MAFFEI E PINDEMONTE DUE GRANDI VERONESI CONTRO L’ISOLAMENTO DI VENEZIA

un bel ritratto del Maffei, che fu anche tra i propugnatori dell’idea del museo moderno.
Con i tempi moderni che avanzavano era inevitabile una trasformazione delle istituzioni della Dominante nel senso di una condivisione dei poteri di indirizzo politico e generale dello stato veneziano con la Nobiltà (e poi le forze produttive) della Terraferma. Ciò non fu possibile dato che la nostra Libertà di decidere fu venduta col trattato di Leoben tra Francia ed Austria. Ma è interessante leggere i suggerimenti di due grandi intellettuali veronesi in proposito.
L’intellettuale veronese Scipione Maffei presenta alla Repubblica un saggio intitolato Consiglio Politico. Egli vi analizza la linea politica di Venezia, individuandone la debolezza nell’isolamento nel quale essa ha tenuto la classe dirigente delle città della Terraferma.
A raccogliere il senso di queste affermazioni sarà in seguito un altro veronese, il poeta Ippolito Pindemonte; di ritorno dalla Francia insieme al poeta Vittorio Alfieri, testimone della Costituzione degli Stati Generali e della presa della Bastiglia (14 luglio 1789), Pindemonte assisterà anche agli avvenimenti militari provocati dai francesi.. e scriverà una lettera alla Serenissima invitandola a dotarsi di un esercito costituito anche da cittadini in armi capaci di difendere la propria neutralità e scoraggiare l’espansione delle grandi potenze europee.
Le osservazioni del Maffei e le riflessioni del Pindemonte esprimono un malcontento condiviso dai membri della classe dirigente della Terraferma nei confronti della Repubblica.
Estratto citato da Atlante storico della Serenissima. Di G. Distefano