MONTAGNANA E IL SUO LEONE
di Giorgio Burin da una conversazione con Giuseppe Battaglia
In visita a Montagnana per un sopralluogo prima della marcia, ci imbattiamo in un eccezionale personaggio che ci racconta la storia del Leone di Montagnana. Una storia antica, iniziata quando Venezia autorizza la città fedelissima di Montagnana ad avere la colonna con il Leone in piazza.
Viene quindi approntata una colonna che riporta nel basamento lo stemma di Montagnana a bassorilievo. Potente la simbologia dello stemma stesso.
- La parte superiore un bassorilievo all’epoca dorato del Leone marciano in campo bianco, colore della fedeltà di Montagnana a Venezia
- La parte inferiore divisa in due fasce rossa e nero, i colori della antica unità amministrativa longobarda di Scodosia nel cui territorio si trovava il Comune di Montagnana
- In mezzo la stella a 8 punte simbolo del casato del Doge Michele Steno che ha concesso il privilegio
Questi elementi compaiono ancor oggi nello stemma della città
Sopra a questa elegante colonna è rimasto accovacciato per 450 anni il Leone di Montagnana. Anche il Leone presentava un particolarità di rilievo : realizzato in bronzo dorato riportava nel libro aperto una scritta atipica rispetto alla maggior parte degli altri Leoni di San Marco : invece che la usuale scritta augurante pace “Pax tibi Marce Evangelista Meus”, Pace a te Marco Evangelista mio, è riportato in latino un severo monito tratto da un passo biblico : “injusti punientur. semem impiorum peribit”, siano puniti gli ingiusti e muoia il seme degli empi. Montagnana era uno dei 51 comuni che avevano diritto a fregiarsi della colonna con il Leone in Piazza.
Il proseguo della storia è più triste. All’arrivo dei Francesi i Montagnanesi, avuto notizia che Napoleone faceva distruggere per spregio a Venezia i Leoni di San Marco, hanno nascosto il loro e i Francesi hanno dovuto accontentarsi di scalpellare il bassorilievo del basamento, a riprova della civiltà che portavano.
Con gli Austriaci il Leone torna al suo posto, arrivano i Savoia e nel 1882 alla morte del re Vittorio Emanuele II si decide di celebrare ai posteri le sue virtù con un monumento in piazza. Via quindi il glorioso Leone e spazio alla statua del re donnaiolo. Il Leone, sceso dalla colonna, finisce dimenticato in un magazzino comunale, fino a che non lo spostano nel cortile di una casa di riposo dove un famoso medico romano di passaggio lo vede e decide di portarselo a roma (minuscolo). Quello che va a roma, come sappiamo ….
La storia recente porta invece i segni della maturazione dei tempi di rinascita dell’orgoglio Veneto. Per interessamento di uomini di buona volontà, la colonna è stata restaurata e riportata all’aperto in una piazzetta contigua alla Piazza Grande dove si può ammirarla nella sua eleganza.
I tentativi di localizzare e avere indietro il Leone originale sono andati fino ad oggi a vuoto. Ci auguriamo che a breve la colonna, ricongiunta al suo leone o ad una sua degna copia, possa tornare al suo posto in Piazza Grande. Ci auguriamo che di nuovo si possa leggere in chiaro
“SIANO PUNITI GLI INGIUSTI E MUOIA IL SEME DEGLI EMPI”
Su queste basi costruiremo un nuovo Veneto !