NEL 1630 LA TERRIBILE, GRANDE PESTILENZA PARTE DA VENEZIA
Innumerevoli sono le testimonianze della terribile peste che colpì dapprima Venezia, ma poi si diffuse in tutto lo stato federale e nel nord dell’Italia. Sono costituite in gran parte da capitelli votivi dedicati alla beata Vergine, a san Marco o a san Rocco, protettore degli appestati. A questo santo è dedicato un capitello del Seicento presente in val di Seren dove abito, a Fonzaso (Feltre) di epoca analoga è un capitello con l’effige marciana… Ma cosa scatenò l’epidemia terribile? Essa arrivò nella nostra capitale, da terra, dato che le misure di prevenzione con le quarantene delle imbarcazioni garantivano Venezia da ogni contagio dal mare.
Il giorno 8 di giugno del 1630, infatti, “arriva nella capitale il marchese di Strigis, ambasciatore del Duca di Mantova, e porta disgraziatamente la peste che colpisce Venezia (e l’entroterra) e dura 16 mesi.
Causa nella città 44.570 morti dove la popolazione passa da 142.804 a 98.244 unità. Un disastro immane che portò a un deceduto ogni tre abitanti. Il 22 ottobre il Doge Nicolò Contarini, convinto che l’epidemia sia una punizione di Dio, fa atto di grande devozione alla Vergine Maria, patrona dei veneziani dagli albori della città (insieme a san Marco) pronunciando il 22 ottobre il voto solenne a nome della Repubblica di costruire una grande chiesa in suo onore.
La costruzione, affidata al Longhena, verrà iniziata nel 1631 e completata nel 1681.
A metà agosto infuria ancora la peste e ben 24mila veneziani tra i più ricchi abbandonano la città in due giorni, rifugiandosi in villa. La Repubblica richiama i nobili a non disertare le magistrature, poi però appurando il 24 dicembre che 200 patrizi son rimasti in città, si decide che il Maggior Consiglio possa ugualmente e legittimamente deliberare.
Tutti si convincono in città che ci voglia maggior umiltà e che bisogna sottomettersi al papa, vicario di Dio in terra.
Il 23 settembre si indicono processioni e preghiere pubbliche. La città sarà fornita di calce, per ricoprire i cadaveri durante l’inumazione. ma anche le pareti interne delle loro case.
Il 9 novembre muoiono 595 persone in un solo giorno e l’11 novembre si decreta la costruzione di speciali carrette per il trasporto dei cadaveri.
il 30 novembre si calcola il numero dei decessi in un mese: sono 14.465… Solo ad agosto del 1631 incomincia a rallentare l’epidemia fino a che a novembre, il 28, si farà gran festa per la fine del contagio.
Ma le regole per contenere l’epidemia erano severissime, fino a giungere all’impiccagione di due persone che avevano trasgredito gli ordini dei Magistrati alla Sanità. ”
(Distefano: Atlante Storico della Serenissima)