
Nacque a Venezia il 14 marzo 1489, si addottorò in chirurgia e medicina nel Collegio di Filosofia e Medicina fondato a Venezia nel 1470 dal medico Pantaleone de Quajani e si guadagnò una reputazione immensa, sia per la perizia nella terapeutica, che nelle
scoperte scientifiche.
Fu abile nella gastrorafia (la cucitura degli intestini), pratica ignorata nell’Europa dell’epoca, e fu abilissimo nel curare la sifilide, detta allora il “morbo gallico” con un metodo particolare per cui gli infettati accorrevano in gran numero da ogni paese europeo.
Alcuni gli attribuiscono la scoperta dei muscoli piramidali ma egli scoperse anche che la lingua è di per sé un muscolo ed il Portal, nella sua “Histoire de la anatomie”, lo colloca tra i più illustri anatomici dell’epoca avendo persino superato il celebre Jacopo Berengario da Carpi per quel che riguarda la cognizione dei muscoli del basso ventre, dei reni, della lingua, e di altre parti del corpo umano.
La sua fama, sparsa in ogni dove, gli procacciò molti discepoli e offerte di lavoro che egli però non volle mai accettare per non private della sua opera i propri connazionali.
Sebbene occupatissimo con la medicina, scrisse vari trattati tra cui uno sulla peste: “Liber de febre pestilentiali”, e uno sulla “Logica” dedicato al Senato Veneto.
Morì il 27 agosto 1569 e secondo le sue volontà, fu sepolto a Venezia nella chiesa di San Domenico di Castello, soltanto dopo però, cioè quando fossero evidenti i segni della decomposizione. Infatti temendo di essere sepolto vivo per errore, aveva lasciato questa disposizione:
“Vogio ancora che a quel tempo che diranno che io sono morto, ovvero che crederanno che sia morto, che li miei si arricordino della miurtgene (da myr, decrescenza) che mi devono venir et habiano sospetto ma lascino passar el primo et el segondo zorno dapoi che crederanno che sia morto, avanti che mi dicono o faccino mudar da quelli che serò vestido, et anche che mi portino in chiesa et mi faccino sepelir, ma mi tengano la faccia scoperta ed aspettino fina passato al terzo, acciò non sia fatto qualche errore come in molti per il passato è sta visto esser sepulti avanti che sieno compidi de morir.”