di Antonella Todesco
Alla vigilia della
festa dell’ Ascensione si metteva in acqua il famoso
Bucintoro, cioè l’imbarcazione di rappresentanza del Doge. Lo si portava dall’ Arsenale alla piazzetta dove il popolo si affollava per ammirarne la singolare magnificenza.
L ‘ultimo fu ideato dall’ architetto navale Michele Stefano Conti e varato il 12 gennaio 1728; uscì dall’Arsenale il 12 maggio dello stesso anno per la menzionata cerimonia ma con il solo apparecchio in rosso, avendo mancato il tempo necessario per coprirlo d’oro: il che venne subito eseguito da Giovanni Adami sugli intagli di Antonio Corradini.
Quest’imbarcazione lunga 100 piedi veneti (34 mt), largo 21 (7,30mt) e alto 24 (8,35mt), era diviso in due piani. Nell inferiore stavano i 42 remi mossi da 168 arsenalotti (4 per ogni remo) i cui capi o maestri assistevano alla funzione prendendo posto sul ballatoio esterno di poppa intorno ai seggi del Doge e della Signoria. Il piano superiore, tutto ricoperto di velluto cremisi con guarnizioni e fiocchi d oro, formava un salone, adorno di bassorilievi simboleggianti le scienze e le arti, per tutta la lunghezza del naviglio.
All’estremità della poppa, rappresentante una Vittoria navale coi suoi trofei, si trovava un apposito finestrino dal quale il Serenissimo Principe gettava l’anello in mare, anello che era soltanto una copia molto meno preziosa dell’originale. Questo pertugio stava dietro alla poltrona del Doge che si trovava sotto ad un baldacchino a forma di conchiglia sostenuto da due bambini, mentre ai lati del seggio vi erano altre due figure rappresentanti la Prudenza e la Forza : mente e forza, i veri sostegni del Dogato.
Presso i gradini si trovavano anche i magnifici sedili per il Patriarca, gli ambasciatori esteri, sei consiglieri ducali, tre capi della Quarantia criminale, i sotto pregadi e i governatori dell’ Arsenale.
Al lato opposto, sulla prora, giganteggiava la statua della Giustizia con una bilancia nella mano destra e una spada nell’altra, a simboleggiare non solo il fine supremo del veneto Stato, ma l’affermazione dei propri diritti rispetto alle altre potenze e il deliberato proposito di sostenerli.
liberamente tratto da” Storia di Venezia di E. Musatti”
In foto: particolare del quadro del Canaletto “Il ritorno del Bucintoro al molo, nella festa dell’ Ascensione”. Milano, galleria Crespi
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Una risposta
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