di Antonella Todesco

Gli storici italiani si sono sempre ostinati nell’affermare la volontà di attribuire la nascita di Venezia all’
epoca romana.
Le isole della laguna furono abitate invece anche in epoca preromana seppur non intensamente, e lo dimostrerebbe l’insediamento preromano di Vigilia (altro nome di Abunda) descritto da Bullo, Marzemin e dal Miozzi come “insediamento preromano in seguito romanizzato).
Recenti studi hanno potuto circoscrivere una stazione di civiltà minoica a San Nicolò dei Mendicoli, mentre Pagos Olivos fu una probabile colonia greca le cui genti furono tra le prime a fondare una confederazione insulare, per cui questi nuclei, oggi estremi poli del complesso Realtino dovrebbero essere considerati i prodromi insediativi di Venezia. (cit. L. Todesco).
Eppure anche il Musatti, nella sua “Storia di Venezia” afferma: “Ch’essa, come città, non esistesse prima del medioevo, e lo dimostra il fatto che nelle più profonde terebrazioni artesiane non si è trovato alcuno di quegli oggetti che potrebbero fare supporre ad una Venezia preistorica. Gli avanzi (anfore, ossa di cinghiali e di capre, strumenti in pietra etc. di epoca preromana scoperti nel 1874/1875 in alcuni scavi per la ricostruzione del Fontego dei Turchi e del Palazzo Papadopoli, come pure gli oggetti cretacei rinvenuti nelle fondazioni della Basilica di San Marco provengono da altri luoghi come ad esempio la città di Altino, coi materiali per le prime costruzioni”.
Una storia da riscrivere dunque, mondata da tutte quelle presunte e forzate romanità a cui ci hanno abituato la maggior parte degli storiografi italiani, una storia tutta veneta della quale non smetteremo mai di stupirci (i Veneti sono un popolo più antico di quello etrusco e di quello romano) se continueremo a seguirla da un altro punto di vista che non sia quello solito italiano che ci vuole tutti ” figli di Roma“.
Se l'articolo ti è piaciuto condividilo su:
Mi piace:
Mi piace Caricamento...