L’ABAZIA DI MONASTIER: OTTONE I, IL COMMERCIO DEL SALE DI VENEZIA.. ED HEMINGWAY
La fondazione risale al 958 su donazione di Ottone I, allora re di Germania. Da una prima struttura, di ridotte dimensioni, il complesso è stato ampliato con successive aggiunte fino ai primi anni del 1700. L’Abbazia nasce lungo le rive del Pero, antico nome del fiume Meolo, per controllare i commerci dell’adiacente porto fluviale di origine romana.
Gran parte dei materiali impiegati per la costruzione dei primi fabbricati risultano riusi delle costruzioni romane presenti in loco: ville, sepolcreti, magazzini. Siamo a poca distanza dalla Claudia Agusta, importante via di comunicazione fra Adriatico ed area germanica. Lungo questa via, il sale, prodotto nella laguna di Venezia, raggiungeva il centro Europa. L’Abbazia per lungo tempo rappresenta il punto più avanzato del Patriarcato di Aquileia a contatto con Treviso e Venezia ed acquista potere e splendore. La concessione dei beni in Commenda, scarsità di vocazioni, coincide con il suo massimo degrado.
Nel 1493, con la Abate di San Giorgio Maggiore in Venezia assume il doppio titolo e riprende un periodo di fervore, viene ampliata la chiesa e viene modificato il Chiostro Romanico. E’ di questo periodo, infatti, la costruzione del giro del chiostro del primo piano con le bifore. Con alterne vicende che la vedono crescere fino alle dimensioni attuali ,si arriverà alla sua soppressione ed acquisizione a demanio statale, ad opera di Napoleone Buonaparte, con successiva vendita a nobili veneziani. Durante la Prima Guerra Mondiale diviene centro di soccorso e Casa del Soldato.
Viene risparmiata fino agli ultimi giorni di battaglia ma l’esercito austroungarico, nell’estremo tentativo di raggiungere Venezia, danneggia la chiesa e lievemente alcuni fabbricati. Di quei giorni si ricorda la presenza di Ernest Hemingway che nelle scuole di Fornaci venne curato e battezzato con rito cattolico, Julien Green, accademico di Francia e di molti altri personaggi che riporteranno successivamente nei loro scritti le esperienze di quei giorni, in questi luoghi.
Diverte ricordare che nei locali del Chiostro, negli anni ’60, fu girato uno dei primi film horror: “Il Mostro di Venezia” di Dino Tavella con cast italo-americano.