PALAZZO DUCALE, VENEZIA, sala Erizzo
di Millo Bozzolan
In questa sala, che deve il suo nome a Francesco Erizzo, doge dal 1631 al 1646, ritroviamo gli stessi elementi decorativi delle sale precedenti: il soffitto ad intagli dorati su fondo azzurro ed il camino lombardesco, sormontato da una cappa con lo stemma Erizzo tra Venere e Vulcano.
Lungo le pareti corre un fregio con putti e simboli di guerra che alludono alle imprese del doge Erizzo, giunto al vertice dello Stato grazie soprattutto alle benemerenze militari. Da qui, attraverso una finestra alla quale si accostava una scaletta, si passava a un giardino pensile.Una particolare attenzione merita il ritratto del Doge Erizzo, qui presente. Autore Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino o il Prete genovese (Genova, 1581 – Venezia, 2 agosto 1644), è stato un religioso e pittore italiano del Seicento È considerato uno dei più importanti e prolifici esponenti della pittura barocca italiana.
La sua opera si è ispirata inizialmente alla scuola pittorica toscana per risentire, successivamente, delle influenze di artisti lombardi e fiamminghi, sia pure restituite in una matrice comune reinterpretata con personale visione.
La sua cifra stilistica è stata caratterizzata inizialmente dall’uso di colori intensi tesi a costituire un elemento strutturale ben definito rispetto alla rappresentazione pittorica.[2]
Ne La verità pittoresca di Giovanni Battista Volpato, del 1685, viene evidenziata la sua abilità nell’àmbito del cosiddetto pittoresco, assimilabile a quella di artisti come Palma il Giovane e Francesco Mattei.
Nella sua carriera, Strozzi operò anche a Venezia – città nella quale morì – e sulla laguna seppe raccogliere le nuove influenze artistiche, derivate prevalentemente dall’opera di Paolo Veronese, in grado di meglio focalizzare l’aspetto di pura scenografia dei lavori che andava realizzando.

è passato più di una anno da quando Milo, ci ha lasciato l’onore e l’onere di continuare la sua opera di diffusione della nostra millenaria Veneta Storia.