PIRANDELLO E LE DELUSIONI DELL’UNITA’
Di M. Bozzolan
“Mangia il Governo, mangia la Provincia; mangia il Comune e il capo e il sottocapo e il direttore e l’ingegnere e il sorvegliante….”
Nel suo romanzo più lungo, “I vecchi e i giovani“, Pirandello, dopo i massacri delle masse rurali durante i moti dei “Fasci” del 1893 esprime il suo disprezzo per la corruzione e la meschinità seguite alle grandi speranze e alle generose lotte risorgimentali, contrapponendo due generazioni, quella dei vecchi che non solo non ha saputo trasformare in realtà il progetto risorgimentale di rinnovamento politico, economico e morale dell’Italia ma che anzi ha lasciato ai propri figli un’Italia corrotta e disunita; quella dei giovani, senza prospettive per il futuro, bramosa di cambiamenti, ma superficiale e incapace di trovare soluzioni.
Un romanzo attualisimo quasi cent’anni dopo ed alcuni problemi dell’Italia descritti dal Pirandello, sembrano gli stessi di oggi: l’arrivismo, la pochezza della politica, la corruzione, l’assolutà incapacità di governo delle classi dirigenti, le mafie, l’affarismo, il potere economico che condiziona quello politico, i parassiti che vivono sulle spalle di chi lavora. Come dice un personaggio di Pirandello nel romanzo: “Mangia il Governo, mangia la Provincia; mangia il Comune e il capo e il sottocapo e il direttore e l’ingegnere e il sorvegliante… Che può avanzare per chi sta sotto terra e sotto di tutti e deve portar tutti sulle spalle e resta schiacciato?…”.
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