Punizione per la Rivolta Vandeana dell’Inverno 1793-1794
di Milo Boz
Qualcuno potrebbe pensare che sono fuori tema, con questo post…. ma i francesi che arrivarono tra noi Veneti (fummo tra i primi, ad ‘assaggiarli’ in Italia), erano pur questi.. e non avevano perso le abitudini degli eccidi, delle ladronerie, degli stermini, che avevano terrorizzato la Francia pochi anni prima. Qua li chiamavano ‘i giacobini’, e come tali, in effetti si comportarono. Eccovi dunqueun piccolo assaggio della loro ‘liberté’.. persino la ghigliottina, si portarono dietro, e la usarono, insieme al piombo dei fucili durante la repressione delle Insorgenze, specie nel 1809. Cose che i ragazzi non studiano ami nel libri di scuole.
(dalla “Punizione per la rivolta vandeana dell’inverno” – 1793-94): “Ad Angers una commissione fece fucilare milleottocentonovantasei prigionieri disposti in otto catene, ai quali se ne aggiunsero altri duecentonovantadue, che furono condotti a morte a suon di musica, tra due file di soldati. A Nantes comandava il Convenzionale Carrier. (…) Un giorno, a tavola, dopo aver detto che la Francia non poteva più nutrire la popolazione troppo numerosa, e che quindi il solo mezzo di risolvere il problema era quello di sterminare i preti, i nobili ed i borghesi, egli si esalta, si alza ed urla: “Uccidi! Uccidi!”, come se già comandasse l’esecuzione del proprio piano. (…) “Faremo diventare la Francia un cimitero, piuttosto che rinunciare a rinnovarla a nostro modo” (…) Un’altra volta ancora (…) dopo l’esecuzione di ventisette abitanti di San Paolo, uno dei giurati, che conduceva due donne a teatro, passò sul rigagnolo dove scorreva il sangue delle vittime: vi immerse una mano e, facendo sgocciolare il liquido lungo le dita: “Com’è bello!”, esclamò”. Dicevamo… chi erano i malati?
Franciscus Petragrammuli – Associazione Culturale La Torre