QUELLA SERA, A VERONA, UN UOMO CON LA MANO SUL CUORE…
di Milo Boz Veneto
QUELLA SERA, A VERONA…
Una sera, ormai diversi anni fa, partecipavo alla sfilata storica organizzata dalle Pasque Veronesi, ci si inoltrava per le vie della bella Verona alla luce delle fiaccole ed eravamo appena stati disturbati da un gruppetto di autonomi che tentarono invano di fermare il corteo, stendendosi per terra. Ci passammo sopra tranquillamente. 🙂
Passammo con il gonfalone spiegato, dopo aver scavalcato i manifestanti sinistrorsi dei Centri Sociali, al grido di W San Marco in mezzo a due ali di folla, ed ad un tratto, un signore di mezza età, con un borsone porta documenti, tipo quelli in uso agli avvocati, si fece largo tra la gente ai bordi della via per esser in prima fila, e si mise sulla strada sull’attenti.
Mano sul cuore, gridò anche egli “W San Marco!” a voce ferma. Mi emozionò molto: era una persona qualsiasi, certo un professionista, certamente non un militante “venetista” ne tanto meno uno della cerchia dei tradizionalisti, perché il suo passaggio in quel momento era fortuito, avendolo visto transitare con la sua cartella. Mi pareva appena uscito dallo studio e forse se ne stava tornando a casa. Si era imbattuto nel nostro colorato corteo, e si era fermato, alla vista del gonfalone marciano a cui volle rendere omaggio, da veneto.
Eravamo riusciti a scuotergli la coscienza, a fargli riconoscere per un momento magico la sua vera appartenenza a una Nazione che non è ancora morta, malgrado tutti i tentativi di farla sparire. Capii allora che tutto quello che si faceva da un po’ di tempo aveva un senso e stava dando i suoi frutti.
Avevano un senso il tempo e i soldi spesi con gli amici per far rinascere un reggimento storico della Serenissima, avevano un senso anche le ore spese per anni alla ricerca di documenti e immagini d’epoca (poche) per tentare la ricostruzione dell’uniforme degli “Schiavoni” che quella sera indossavo indegnamente.
Riappropriarsi della nostra storia e farla conoscere era la strada principale per ridare ai Veneti la propria identità. Me lo dimostrava quel gesto da parte di uno sconosciuto, di colpo folgorato dal passaggio del vessillo marciano. “Viva San Marco!, dunque. Non ci fermerete!” , ho pensato in quegli istanti e penso ancora oggi così.
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“…rento il cor i conserva il Leon…” 😊