SAN MARCO AIUTA I POVERI CON I MONTI DI PIETA’, CHE AVEVANO FUNZIONI MOLTO VASTE.
Brian Pullan
I Monti di Pietà, nel corso del 1500 e 1600, rendevano alle Comunità che li avevano istituiti, altri servigi, oltre al prestito personale. Poiché era loro proibito, eccetto che a Bergamo e forse a Crema, di aggiungere eventuali profitti derivanti dalla riscossione di interessi al loro capitale, essi di solito distribuivano questi profitti annualmente in opere pie o caritative.
Inoltre tenevano a disposizione della comunità una riserva finanziaria, che poteva essere utilizzata per soccorrere i poveri negli anni di carestia e disagio, quando i prezzi del pane salivano alle stelle, la quarantena paralizzava ogni attività economica e teneva lontani dal lavoro salariati ed artigiani.
Accadde talvolta anche, nelle città più grandi, che si usassero i fondi del locale Monte di Pietà, per arruolare truppe,in situazione di emergenza.
I Monti fungevano dunque da Banche, col compito specifico di prestare denaro ai governi locali in tempi di crisi, sicché i loro capitali venivano usati nell’interesse generale dei poveri o della comunità del Monte di Pietà.
Nel corso del Cinquecento, molte località istituirono granai e magazzini pubblici, destinati ad ammassare scorte, sì da poter aiutare la popolazione a superare i momenti drammatici, causati dal cattivo tempo o dall’incremento demografico. Queste riserve, dette di solito Monti di Carità, Monti dell’Abbondanza, o Fonteghi, integravano gli interventi del Monte di Pietà.