Sorpresa, ovvero l’ermafrodito studiato da Canova.
Antonio Canova si trasferì a Roma giovanissimo, dopo i primi successi veneziani, allo scopo di studiare la statuaria dell’antichità classica greca e romana, frequentò anche la scuola di nudo dell’Accademia di Francia.Ville e palazzi romani racchiudevano preziose statue e reperti archeologici, che aristocratici abbienti e alti prelati della corte papale amavano collezionare.
A Roma Canova trovò subito nobili e agiati committenti, in quella città realizzò alcune tra le sue statue più belle. Una particolare è divenuta celebre, la statua di Paolina Bonaparte, richiesta dal marito Camillo Borghese. Si mormora che la disinibita sorella di Napoleone abbia posato nuda per lo scultore trevigiano, il fatto scandaloso, per l’epoca che troverebbe una conferma: il Museo napoleonico di Roma, oltre a numerosissime testimonianze della famiglia Bonaparte, conserva il calco in gesso del seno destro di Paolina
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La famiglia Borghese possedeva una vastissima collezione di statue e reperti greci e romani, accumulata nel corso di secoli. Paolina nel 1807 convinse il marito Camillo Borghese a cederne un numero impressionante per una cifra modesta a Napoleone, che ne faceva una pressante richiesta per ingrandire e abbellire il Louvre. La cifra pattuita di 15 milioni di franchi non fu mai pagata, i francesi versarono solo un acconto di 4 milioni. Presero la strada del Louvre molte grandi opere del periodo classico antico, al quale le mode del momento guardavano con molto interesse. Napoleone aveva all’inizio delle sue campagne spogliato Venezia e il Veneto di ingenti tesori,si era quindi impossessato dei reperti egizi, per poi passare agli inestimabili reperti archeologici custoditi nella ”Villa più bella del mondo”, trasferiti nel corso di svariate spedizioni che avevano messo a rischio la stessa incolumità delle sculture. Alcune rimasero irrimediabilmente danneggiate, come il Gladiatore. 154 statue, 160 busti, 170 bassorilievi, 30 colonne e numerosi vasi che costituiscono il fondo Borghese del Louvre
Canova condannò l’ indegna compravendita, che fece perdere un enorme tesoro che egli andava scrupolosamente studiando, copiando, rimodellando. Anche al cospetto di Napoleone, osò parlare di ”incancellabile vergogna’.
Tra le sculture andate ad arricchire il Louvre c’ era una statua raffigurante il personaggio della mitologia greca, l’ Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite, a grandezza naturale e sdraiato su un materasso. Ritrovata a Roma nei pressi delle Terme di Diocleziano, durante gli scavi per l’edificazione della chiesa di Santa Maria della Vittoria,fu restaurata dal giovane Gianlorenzo Bernini. Che scolpì anche il materasso su cui posa attualmente. Il cardinale Borghese la pose subito in una apposita sala della sua nuova villa. Nella gigantesca raccolta romana, l’ Ermafrodito rappresentò sempre un simbolo dalla aura pruriginosa e sensuale, grazie alle dettagliate particolarità anatomiche di cui è portatore.
Oltre all’Ermafrodito raffigurato dormiente, un’altra delle statue portate a Parigi rappresenta Ermafrodito desto e in piedi (stante).Ritrovato nel 1781 in una volla fuori Roma, il principe Borghese non lo teneva esposto, per decenza.
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