UN BURANELLO ILLUSTRE
Simonetta Dondi dall'Orologio
Sempre, quando parliamo della Laguna, si fa riferimento alla bella Venezia: non solo lei però ha dato artisti illustri….
Infatti c’e un compositore nato a Burano, figlio di un barbiere il quale, pare, abbia avuto il merito di iniziare al piccolo Baldassare alla musica.
Stiamo parlando di Baldassare Galuppi (oggi la piazza principale di Burano è dedicata a lui).
All’età di soli sedici anni, Galuppi si recava alla capitale lagunare per lavorare come organista in diverse chiese.
Fu in questi anni che il musicista osò mettere in musica un’opera buffa avente come titolo “La fede nell’incostanza“: alla sua presentazione non ricevette altro che fischi e insulti.
Disperato per questa esperienza, l’artista fu sul passo di abbandonare la musica e di andare a fare il barbiere.
Ebbe però la fortuna di suscitare l’interesse di Benedetto Marcello, che lo fece entrare nella scuola di Lotti, dove si dedicò allo studio del contrappunto per ben tre anni.
Appena si sentì abbastanza preparato per riaffrontare le scene, compose la musica del “Libretto della Dorinda” scritta per lui dal Marcello.
Quest’opera fu rappresentata al teatro di Sant’Angelo durante la fiera dell’Ascensione nel 1729 e fu ben accolta dal pubblico.
Galuppi si dedicò anche allo studio del clavicembalo e divenne uno degli artisti più abili su questo strumento: si contano infatti ben 85 sonate per clavicembalo di sua produzione.
Dal 1729 in poi ebbe successo in tutti i teatri d’Italia fino alla sua morte.
Purtroppo, verso il 1740, la fama di Galuppi a Venezia iniziò a decadere e così nell’ottobre del 1741 decise di recarsi a Londra, dove fu nominato compositore del Teatro Reale.
Le sue opere non ottennero però gran successo nella capitale inglese e dopo undici mesi di soggiorno rientrò a Venezia.
Fortunatamente in questo periodo la sua fama crebbe grazie all’inizio di una collaborazione con il famosissimo commediografo veneziano Carlo Goldoni (Venezia 1707 – Parigi 1793), per il quale scrisse venti opere (“Il filosofo di Campagna“, 1754).
Nel 1762 diventò maestro di cappella della Basilica di San Marco, organista in più chiese e maestro del “Conservatorio degli Incurabili“.
Rivestì i tre incarichi fino all’età di sessantatre anni, quando fu chiamato in Russia dall’imperatrice Caterina II.
La prima opera che Galuppi diede a Pietroburgo, fu la “Didone Abbandonata“. L’imperatrice ne fu talmente soddisfatta che il mattino dopo gli inviò una tabacchiera d’oro, impreziosita da diamanti, contenente mille ducati.
Tornò a Venezia nel 1768, e riprese il suo lavoro e i suoi incarichi continuando a scrivere per il teatro e per la chiesa.
Morì qui, nella città che gli donò sia gioie che dolori, all’età di 79 anni.