UN MONDO PERDUTO DA POCO, QUELLO DEI BURCI.
A volte il traino dell’imbarcazione era affidato a un robusto cavallo, una mia parente è figlia di uno di questi particolari “cavallanti”, ma spesso i burci erano spinti a forza di braccia, con lunghe pertiche e la fatica doveva essere enorme. Siccome il viaggio durava anche più di un giorno, non era raro vedere donne a bordo, addette alla preparazione dei pasti, su dei fornelli appositi caricati a bordo. Vecchio Veneto che non ci sei più…ancora il legame con l’acqua e le sue vie era quello dei padri Venetici.
Cosa si trasportava? Di tutto… sabbia, carbone, legname. In genere materiali non deperibili, comunque. Il gasometro di Padova, in località la Stanga, era fornito da questi barconi, io li ho visti ancora operare da bambino. Un altro approdo era in centro, all’altezza del Corso del Popolo e vi era anche una gru per scaricarli velocemente. Fino alla fine degli anni 50 si potevano vedere all’opera.
Se andate a fare un giro, in bici, sulle rive del Sile a Treviso esiste un ‘cimitero di queste imbarcazioni, o di quel che resta.