UN NUOVO CONTRIBUTO SU SAN MARCO E LE RAPPRESENTAZIONI PIU’ ANTICHE
Riprendo sempre dal saggio di Aldo Ziggioto; il più autorevole studioso del settore scriveva intorno agli anni ’90 del secolo appena passato:
“Nell’anno 828 si trafugarono le reliquie (i resti) del Santo da Alessandria a Venezia e san Marco divenne allora il simbolo della Repubblica che lo trasferì nei suoi vessilli. Ma in quale forma: umana o leonina? E’ difficile affermarlo con certezza.
Fin dai primi tempi cristiani, Marco, come gli altri evangelisti, venne simbolicamente rappresentato da un animale e tale animale per lui fu il leone, a denotare la sua voce tonante quale ruggito leonino.
Gli antichi cronisti parlano di una insegna di san Marco prima del Trecento. in rapporto anzi ad avvenimenti talvolta del XI° secolo, ma senza darne mai precisa descrizione. Certo è che nelle bolle usate dai dogi, la più antica delle quali a noi nota è quella del doge Pietro Polani (1130-1148), san Marco fu rappresentato sempre in figura umana, e in abito patriarcale, nell’atto di consegnare il vessillo al doge: ma ciò non può far testo, perché tale uso si perpetuò fino alla fine dell’esistenza della Repubblica. Secondo il Papadopoli tuttavia, le antiche insegna portavano, come le bolle, l’effige di san Marco con la croce, o con il suo busto, così come nelle monete.
Su queste la più antica rappresentazione del santo, sotto forma di leone, risale al 1329-39 al tempo di Francesco Dandolo (vedi foto sotto)
Qui vediamo il leone nimbato e rampante, tenente tra le zampe anteriori il vessillo con banderuola volta verso destra e caricata di tre globetti senza né libro né ali; questi arriveranno venti anni dopo.
Quanto ai sigilli, il più antico riproducente il leone risulta quello di un podestà del trevigiano ed è del 1351-53; mentre il primo sigillo dogale – però di certo falso – è quello del doge Giovanni Gradenigo ( 1355-56). Neppure le raffigurazioni del leone sui monumenti, risalgono a data anteriore al 1300….