COME ERA VERONA “FIDELIS” SOTTO LE ALI DEL LEON.
Poche tasse, grande autonomia, senso della religiosità che permeava tutta la società. Ma do la parola a Vittorio Girardi, storico veronese: poi arrivò Napoleone a fare a pezzi l’armonia di cui Verona e i Veneti (tutti) godevano.
“Verona, sul finire del secolo XVIII°, conta all’incirca 50mila anime, che raggiungono le 230.000 comprendendovi anche la provincia. Un moderato benessere economico è diffuso anche nelle classi sociali meno abbienti, favorito da quasi cinquanta anni ininterrotti di pace.
Il patriziato veronese, proprietario di cospicui fondi del contado, migliora le condizioni di vita del contado, mentre in città l’antica e celebre industria della seta è ricercata e produce soprattutto per l’estero (grazie alle navi mercantili veneziane, n.d.r.).
L’amplissima autonomia amministrativa e giurisdizionale di cui gode Verona, e la irrisoria pressione fiscale, non fanno che accrescere il filiale affetto delle popolazioni verso la Serenissima. La concordia tra le varie classi sociali e lo spirito religioso, straordinariamente radicato in tutte le classi sociali, completano il quadro di una società ordinata e pacifica, naturalmente ostile alle inaudite idee che dalla Francia giacobina stanno contagiando anche l’Italia settentrionale.
Anche a Verona infatti, la massoneria – principale istigatrice della sovversione- cerca aderenti, ma gli affiliati sono pochi, e presto l’attenta e discreta vigilanza degli Inquisitori di Stato… ne scopre le trame, smantellando le logge e disperdendone i membri. La pressoché assoluta partecipazione popolare alle pratiche cattoliche, un clero ancora immune dall’infezione rivoluzionaria, la presenza di numerosissime confraternite laiche in tutto il territorio impediscono l’affermarsi dell’eresia giansenista, diffusa tra i sovversivi di allora, fautrice delle idee provenienti dalla Francia….
Scrive perciò l’agente segreto Francesco Agdollo, nel suo rapporto per le autorità veneziane: Nessuna nuova da questa città, una simile popolazione fa apparire questa essere la sede della tranquillità. “
Poi arrivò il ciclone Napoleone, a distruggere le nostre antiche libertà e la nostra pace… per sempre.