UNA MISSIONE SEGRETA
di Simonetta Dondi dall'Orologio
Il nostro grande scultore Antonio Canova, è un personaggio interessante per molti aspetti dove la sua capacità artistica non è solo la più importante.
Sappiamo che è stato aVienna per varie commissioni artistiche, come il monumento di Maria Cristina nel 1798 e nel 1805.
Quello che pochi sanno che vi andò anche nel 1815 proprio in coincidenza con il Congresso di Vienna, quello che determinò i destini dell’Europa dopo il collasso dell’Impero napoleonico; da qui parte per Parigi e visita il Louvre che in quel momento era controllato dal il direttore Vivant Denon.
Mentre tutti erano impegnati a ripartire i vari Stati tra le grandi potenze dell’epoca, il nostro scultore per incarico del papa Pio VII (questo era stato il papa che aveva coronato imperatore a Napoleone ed era stato “fatto prigioniero” da quest’ultimo durante un certo tempo a Fontainebleau) si reca proprio a Parigi.
La sua missione era recuperare le opere d’arte trafugate da Napoleone: alcuni intellettuali di quel tempo sapevano che il vero tesoro di una Nazione è costituito dal suo patrimonio culturale!
Per noi è interessante anche la figura del papa Pio VII: infatti Barnaba Niccolò Chiaramonti (nato a Cesena nel 1742 e motro a Roma nel 1823) fu benedettino e visto che i suoi superiori si resero conto della grande capacità intellettuale del giovane lo inviarono a studiare a Padova per un tempo.
Oggi tutti pensano che i cavalli di San Marco ritornarono grazie all’intercessione dell’Imperatore d’Asburgo, chissà ufficialmente sia stato così, però qui abbiamo una prova che il vero grande lavoro di “riscatto” è stato merito del nostro Canova e di un papa che casualmente aveva trascorso un tempo nella nostra terra veneta.