UNA PIETRA CON MOLTA STORIA
di Simonetta Dondi dall'Orologio
Tutti almeno una volta ci siamo seduti qui, questo trono si trova a Torcello di fronte alla cattedrale: fu la prima delle isole di Venezia ad essere abitata, e questo è qui considerato come il trono di Attila, il re degli Unni.
Narra la leggenda che durante l’invasione degli Unni in Italia nel V secolo, essi sarebbero arrivati fino all’isola di Torcello, dove si erano rifugiati gli abitanti della vicina città romana di Altino.
Il trono di pietra quindi sarebbe stato usato addirittura dal re degli Unni Attila, chiamato ‘il flagello di Dio’, per la sua ferocia verso i nemici.
In realtà è una leggenda dato che gli Unni non arrivarono mai a Torcello, perché la loro avanzata in Italia nord- orientale si fermò ad Aquileia (Udine) e comunque, essendo un popolo della steppa, non avrebbero mai raggiunto un’isola via mare!
Nonostante l’infondatezza di questa attribuzione, questo trono di pietra è comunque risalente al V secolo, quando si formò la prima comunità nell’isola di Torcello a Venezia.
Questo trono veniva usato infatti come seggio del magister militum, il governatore dell’isola, durante le riunioni del consiglio e quando amministrava la giustizia.
E’ meraviglioso che a Venezia ci si possa ancora sedere sopra questa pietra con tanta “storia alle spalle”, in un altro Paese sicuramente ce lo proibirebbero……
Nel 452 settantamila Unni dilagarono nella Pianura Padana e devastarono Concordia Sagittaria; il 18 luglio rasero al suolo Aquileia, sino ad allora sfuggita alle violenze delle invasioni. Attila mise in effetti Altino sotto assedio, ma senza conquistarla: secondo il Chronicon Altinate, gli Altinati si salvarono rompendo gli argini e devastando la Selva Fetontea (il bosco che dal fiume Po si estendeva alla Laguna Veneta), allagando tutti i dintorni e sventando l’assedio barbarico. L’Arcivescovo di Aquileia Secondo si rifugiò allora a Grado, che si riempì di Aquileiesi. Quindi, caddero Concordia e Padova. Attila poi conquistò Milano e si insediò nel palazzo reale. Finalmente gli Unni si fermarono sul Po, dove incontrarono un’ambasciata formata dal prefetto Trigezio, il console Avienno e da Papa Leone I. Dopo l’incontro Attila tornò indietro con le sue truppe senza pretendere né la mano di Onoria, né le terre in precedenza reclamate, forse dopo aver ottenuto un riscatto. Solo nel 639 i Longobardi fecero cadere Altino, ma non penetrarono nella laguna veneta (Venetia Maritima). Gli Altinati si trasferirono a Torcello guidati dal loro Vescovo Paolo, che trasferì nell’isola la sede episcopale con le reliquie di Sant’Eliodoro (ma questo alto prelato mantenne per secoli il titolo di Vescovo di Altino). A Torcello gli Altinati in quel tempo edificarono la Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio (nel 1008 riconsacrata come Santa Maria Assunta).