VENEZIA, E L’ACQUA GRATUITA PER I POVERI… COME MAI OGGI TI STACCANO I CONTATORI?
Di Nelli-Elena Vanzan Marchini
N.D.R.: l’acqua era importantissima per una città circondata da acque marine. Esisteva un vero e proprio commercio del prezioso liquido, trasportato in botti attraverso i fiumi e i canali, dalla terraferma e versato in apposite cisterne o pozzi, rifornite periodicamente, e custoditi da un capo contrada. Ma non tutti, a Venezia, potevano permettersi di pagare i fornitori. Ecco qundi che interveniva lo stato. A disdoro dei ‘libertarian’, immagino :D. Nella foto il Grevenbroch illustra il rifornimento di una cisterna
Ecco cosa ci racconta in merito la studiosa :
” I capi contrada.. dal 1536 avevano la responsabilità di controllare l’acqua dei pozzi tenendo le chiavi del coperchio del pozzo, che aprivano due volte al giorno al suono dell’apposita campana quando tutti i poveri si mettevano in fila nei campielli per rifornirsi. A sovrintendere all’operazione era anche il piovano che, conoscendo la popolazione, poteva evitare degli abusi.
Alla costruzione dei pozzi pubblici provvedevano gli Avogadori al Comun i cui stemmi appaiono spesso scolpiti sui puteali: a vegliare sulla potabilità erano invece i Provveditori alla Sanità che sovrintendevano alla pulizia delle cisterne con appositi macchinari forniti dall’Arsenal. Dati i costi che la Repubblica si sobbarcava per fornire d’acqua i poveri, non stupisce che troneggiasse un Leone su ogni vera a ricordare la magnanimità dello Stato. Questi poveri leoni finirono (quasi) tutti scalpellati dalla municipalità giacobina.
A contribuire era anche tenuta la l’Arte degli acquaroli che dal 1498 doveva portare gratuitamente 100 burchi all’anno per le pubbliche cisterne con l’aiuto pure gratuito dei facchini dei punti di approdo delle navi (stazi). Nei periodi di grave emergenza però era lo stesso Senato a stanziare delle somme per acquistare l’acqua per il popolo.
“
Conoscevo già un po della storia, con questo è piu completo. Sono updated.
Mille grazie