VENEZIA, I LONGOBARDI. LA NASCITA LENTA.
Venezia Non fu fondata, in seguito all’arrivo di Attila che se ne andò via subito, pur causando enormi danni, ma essa nacque con un flusso lento e costante di gente veneta (non una fuga immediata, ma una scelta maturata nel tempo) in seguito all’occupazione stabile dei Longobardi, della Terraferma veneta, che da quel momento si chiamerà Lombardia… fino alla formazione del nuovo stato Veneto, che farà risorgere anche la nostra Nazione. Ce lo spiega Edoardo Rubini.
Nel 452 settantamila Unni dilagano nella Pianura Padana; dopo un assedio di tre mesi, il 18 luglio prendono e radono al suolo Aquileia, sino ad allora sfuggita alle violenze delle invasioni. L’Arcivescovo di Aquileia Secondo si è rifugiato a Grado, che si popola di Aquileiesi. Cadono anche Concordia e Padova. Gli Unni mettono, poi, l’assedio ad Altino ma senza conquistarla: gli Altinati si salvano rompendo gli argini e allagando i dintorni.
L’avanzata di Attila si estende senza difficoltà fino a Milano, in quanto nessuna città tenta di resistere, ma tutte aprono terrorizzate le loro porte all’invasore, che si stabilisce nel palazzo reale. L’Imperatore Valentiniano fugge da Ravenna spostandosi a Roma; il Generale Ezio rimane sul campo senza le forze armate per poter affrontare il nemico, sapendo però che Attila ha bisogno di foraggio e viveri per i suoi uomini, anche esposto a pericolo di epidemia; inoltre Marciano sta convergendo sul Danubio per chiudere in una sacca gli Unni. Attila si ferma sul Po, in località “Ager Ambulejus” (presso Roncoferraro), dove incontra un’ambasciata formata dal prefetto Trigezio, il console Avienno e papa Leone I. Dopo l’incontro, Attila torna indietro dall’Italia con le sue truppe al suo palazzo attraverso il Danubio, senza pretendere nulla.
Si può escludere nel modo più assoluto che il sedile in pietra a Torcello fosse il trono di Attila in quanto gli Unni fallirono l’assedio e non vi misero mai piede.
L’errore comune commesso da tutti (persino da storici e professori impreparati) è pensare che il trasferimento dei Veneti verso la costa fosse stato dovuto all’invasione degli Unni. Tale invasione fu effimera e si concluse in pochi mesi senza lasciar tracce di nessun genere.
La novità fu solo quella di dare un primo impulso alle comunità venete a cercar riparo nei porti ed empori che erano già di loro pertinenza (potrebbe aver dato impulso al popolamento di Rivoalto): i trasferimenti stabili (non fuga) definitivi ebbero luogo con la successiva invasione longobarda, che fu di lunga durata (un paio di secoli circa).
Gli Unni non erano composti da tribù germaniche e slave, ma un popolo guerriero nomade orientale, proveniente dalla Siberia meridionale, che giunse in Europa nel IV secolo.
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Una risposta
[…] V secolo inizió in Veneto l’epoca delle invasioni e gli abitanti, privi del presidio romano e non ancora attrezzati per opporre resistenza alla marea […]