VENEZIA SI REGGEVA SU PRINCIPI UNIVERSALI, CONDIVISI DA VARIE NAZIONI
Venezia e il suo stato non nacquero dal nulla, riprendevano il cammino comune ai Veneti, ma nello stesso tempo, Venezia diventava un simbolo di valori universali, che potevano essere condivisi da altre Nazioni. In questa universalità condivisa, basata su principi cristiani (allora era così, piaccia o meno) ogni popolo, veneto vero e proprio o di altra etnia, era “veneto” nel senso più alto del termine.
Dominium Venetum conservat Republica, Religione, Lege, Iustitia, Subditos, Charitate, Amore, Pietate.
(Repubblica conserva il Dominio Veneto attraverso la Religione, la Legge, la Giustizia, e i suoi sudditi con la Carità, l’Amore, la Pietà.)
Cosa significa, questo “latinorum” astruso? semplicemente che la Repubblica conserva il suo stato (Dominium) attraverso la Legge (non quindi l’arbitrio del Despota), la Religione che garantiva la giustezza delle leggi ispirate a principi naturali, e la Giustizia, che era tenuta ad applicare le leggi di derivazione evangelica, mentre i suoi cittadini erano ‘conservati’ con la Carità, l’Amore, la Pietà. Non mi pare che la tanto amata costituzione su cui si regge la repubblica di oggi, si basi si princìpi altrettanto validi e condivisibili, dettati dall’amore verso chi è governato. Si parla invece di concetti astratti, destinati a rimanere, per gran parte, sulla carta. Ne abbiamo esperienza quotidiana, a differenza dei “sudditi” veneti.
Tutte virtù del Buon Governo come lo si intendeva allora, e come non lo si intende più oggi. Pare che l’amore, la pietà e la carità dello stato verso i cittadini, sia una anacronismo. Esistono solo ‘diritti’ e carte costituzionali, ma manca l’amore di fondo, in una civiltà basata sull’egoismo.