La ruota degli esposti
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buona lettura!

In passato la struttura di via Ognissanti era stato uno xenodochio, un posto di accoglienza per chi viaggiava sulla strada che collegava Patavium e Altinum (localizzata nell’ attuale Quarto d’Altino, in provincia di Venezia) in età paleoveneta.
Attiva fra il 1847 e il 1888, era un cilindro di legno girevole aperto su due lati ed il suo scopo era quello di accogliere i neonati delle famiglie disagiate dando loro una seconda possibilità: venivano deposti nella ruota che poi veniva girata verso l’interno pur di non abbandonarli o che morissero di fame vista la povertà che in quel periodo era dilagante; talvolta venivano “esposti” anche neonati figli di violenze subite.
gli ebrei ne prevedevano l’abbandono o la vendita perché era vietato ucciderli.
I greci e i romani autorizzavano pure l’infanticidio: il padre che non voleva riconoscere il neonato, infatti lo sollevava da terra (da cui pare derivi il verbo “allevare”) e lo mandava alla “columna lactaria” di modo che fosse esposto al pubblico dove sarebbe morto di fame o cresciuto come schiavo. Così il termine “esposizione” diviene sinonimo di abbandono.
