1861: UNA ESILARANTE, CINICA DESCRIZIONE DEL PRIMO PARLAMENTO ITALIANO
IL PARLAMENTO ITALIANO DEL 1861 Vi è di tutto, eccetto il popolo! Ferdinando Petruccelli della Gattina.
« Io sono poco democratico. Non disprezzo il popolo, ma amo meglio innalzarlo fino a me coll’istruzione e col lavoro che discendere fino a lui, abdicando una parte di me stesso. » |
(Ferdinando Petruccelli della Gattina[1]) |
Il Parlamento italiano componesi di 443 membri; ciò che sur una popolazione di circa
ventitre milioni di abitanti dà quasi un deputato per sessantamila anime. La Camera ha validate 438 elezioni. Si è in via di rifare le altre. Su questi 438 deputati vi sono:
2 principi; 3 duchi; 29 conti; 23 14 marchesi; 26 baroni; 50 commendatori o gran croci; 117 cavalieri, di cui 3 della Legion d’onore; 135 avvocati; 25 medici; 10 preti – fra i quali Apollo Sanguinetti, uno degli stuzzicatori del Ministero, Ippolito Amicarelli, e Flaminio Valente – sacerdoti silenziosi; 21 ingegneri; 4 ammiragli; 23 generali; un prelato; 13 magistrati; 52 professori, ex-professori, o dantisi come tali; 8 commercianti o industriali; 13 colonnelli; 19 ex-ministri; 5 consiglieri di Stato; 4 letterati; un Bey nell’Impero ottomano – il signor Paternostro; 2 prodittatori; 2 dittatori; 7 dimissionari; 6 o 7 milionari; 5 morti che non contano più, ben inteso; 69 impiegati, sopra 88 che sono ammessi dallo Statuto; 5 banchieri; 6 maggiori; 25 nobili senza specifica di titolo; altri senza alcuna disegnativa di professione – e Verdi! il maestro Verdi.
Non si dirà per certo giammai che il nostro è un Parlamento democratico!
Vi è di tutto – il popolo eccetto….Noi abbiamo inoltre sei balbuzienti, cinque sordi, tre zoppi, un gobbo, degli uomini ad occhiali, un gran numero di calvi – quasi tutti. Non un sol muto! ciò che è una sventura. Imperocchè parlando tutti, ciascuno dimanda l’ora sua per farsi udire – non fosse che per farsi leggere dai suoi elettori.
Chi era l’autore:
(Moliterno, 28 agosto 1815 – Parigi, 29 marzo 1890) è stato un giornalista, scrittore, patriota e politico italiano.
Prolifico scrittore di idee liberali e anticlericali, spesso anticonformista, fu un esule del governo borbonico a seguito dei moti insurrezionali del 1848. Visse principalmente tra Francia e Inghilterra; la sua attività pubblicistica fu apprezzata e divulgata in diversi paesi europei. Considerato un precursore del giornalismo moderno,[2] egli inaugurò anche il filone letterario che denuncia il malcostume della politica italiana con I moribondi del Palazzo Carignano.[3]
Una risposta
[…] da un articolo di Millo Bozzolan su Storia e Arte Veneta […]