L’ 8 SETTEMBRE CHE MISE A NUDO L’INCONSISTENZA DELL’ITALIA.
L’”otto settembre”, cari giovani, rappresenta una delle vergogne dello stato italiano, data decisiva per i successivi sviluppi storici e politici che ancora producono ingenti riflessi, tra i quali il carattere della costituzione repubblicana vigente, ma nessuno ha interesse a farvene conoscere la storia, si preferisce nasconderla o distorcerla. E si capisce perché.
Tanto infamanti furono quegli eventi da conferire alla data odierna un valore paradigmatico ad indicare il caos, l’ignavia, il tradimento.
Cosa avvenne? (in sintesi estrema)
L’otto settembre del 1943, alle 19.30 di sera, dagli studi radiofonici della EIAR, la RAI di allora, la televisione nacque solo nel 1954, il capo del governo italiano, Pietro Badoglio, annunciò che l’Italia aveva concluso segretamente un’armistizio con gli angloamericani.

03 SETTEMBRE 1943 CASSIBILE – LA FIRMA DELL’ ARMISTIZIO, SECONDA GUERRA MONDIALE, ALLEATI, PACE, TRATTATO, WWII, ANNI 40, B/N, 717514/13
Segretamente da chi? Dai propri alleati tedeschi, ovviamente, tenuti all’oscuro della resa incondizionata del tricolore in una avventura bellica voluta fortemente dal popolo italico fascista nel 1940, inalberato dalla retorica tricolore sabaudo-mussoliniana, per partecipare alla spartizione del bottino di guerra che l’alleato tedesco stava accrescendo con facilità inaudita e accaparrarsi territori sui quali espandere “ferro ignique” il proprio impero di romanità. Il carro del vincitore viaggiava a mille, meglio saltarci sopra, ma presto le sorti si invertirono fino a giungere nell’estate del 1943 all’imminenza di uno sbarco angloamericano sul territorio italiano (dallo “spezzare le reni” al “riconosciuta la schiacciante potenza avversaria”).
Bene, direte voi, meglio che la saggezza di cessare il fuoco arrivi tardi piuttosto che mai. Purtroppo non fu così.
La resa incondizionata era stata firmata dal delegato del Regno Castellano (praticamente senza mandato preciso) tra i campi di ulivi di una tenuta di Cassibile, un paesino alle porte di Siracusa, già il 3 settembre, ma fu tenuta segreta fino all’otto su pressione italiana. Perché?
Perché la scelta dell’armistizio fu adottata senza che alcun rappresentante del governo e della casa Savoia avesse la più pallida idea di come gestire gli immensi problemi e drammi che sarebbero derivati a decine di milioni di italiani da un tradimento dell’alleato tedesco, il quale si trovava gomito a gomito con i nostri soldati e la nostra popolazione ovunque, in Italia e sui campi di guerra.
Cosa accadde?
Dopo l’annuncio milioni di soldati, funzionari e cittadini italiani rimasero senza ordini, nel caos più totale, abbandonati a sé stessi ed agli alleati tedeschi che istantaneamente diventarono “occupanti” inferociti per quello che ritenevano il secondo tradimento italiano dopo l’aggressione all’alleato austro-ungarico nel 1915 (il terzo tradimento, per quanto non ancora cruento, è già avvenuto con la violazione dei patti di Maastricht, ma non è ancora riconosciuto).
Qualcuno potrebbe dire che la “pace separata”fu un bene perché un armistizio pone fine alla guerra. Per quello di Cassibile non fu così, anzi.
La guerra non finì, anzi, si moltiplicò, divenne doppia, quella militare tra lo stato fascista formatosi al nord per volere dei tedeschi e gli Alleati, e quella civile, terribile, spaventosa, fratricida, di cui ancora oggi portiamo profonde le ferite, tra nazifascisti e CLN partigiano.
L’esercito tedesco iniziò la guerra contro quello italiano, lasciato alla deriva in balia della furiosa tempesta. Senza ordini, considerati disertori oppure franchi tiratori e quindi giustiziabili se resistenti, oltre 600.000 soldati italiani rimasero deportati come prigionieri di guerra nei lager tedeschi nazisti, dei quali oltre 50.000 vi morirono.
E il Re d’Italia? E Badoglio, il primo ministro italiano? E il governo? Appena dato l’annuncio alla radio iniziò nottetempo e furtivamente una rocambolesca e grottesca fuga da Roma, di regnanti, papaveri e lacché che nell’ignavia trovarono rifugio a Brindisi lasciando il loro popolo in balia degli eventi.
Dunque, fu il caos ed il “si salvi chi può”. Il Re e Badoglio, ovviamente, erano tra i pochi a potersi mettere al riparo, agli altri italiani toccarono le SS.
Il resto, poi, fu immensa tragedia.
Leggetela questa storia, cari giovani.
Sappiamo che farete fatica poiché le fonti non abbondano, si preferisce raccontare in altro modo la storia dello stato italiano, in generale, ed in particolare quella tra il 1943 e 1945, ma sarà una lettura illuminante per capire molto del presente, per cercare di non ripetere errori e orrori simili e, forse, profetica; comunque, preziosa per prepararvi al futuro che vi attende.