SAN MARCO SOTTO FORMA DI LEONE, COME E PERCHE’
Di Edoardo Rubini
Edoardo Rubini scrive:
Il Leone di san Marco è dal Medioevo (prima c’era solo una croce, poi l’Evangelista in forma umana) il soggetto della bandiera storica della Veneta Serenissima Repubblica, che è anche l’insegna storica dei Veneti.
Le sue ascendenze mitologiche risalgono al paganesimo, come gran parte dell’iconografia cristiana (significa resurrezione), ma è improprio leggerlo in chiave esoterica: questa lettura appartiene alla attuale società scristianizzata, mentre durante i secoli della Veneta Repubblica i suoi significati erano adottati e letti nell’ottica della Fede Cattolica.
Il Leone alato non nasce come animale naturalistico, ma come figura mitologica e soprannaturale: lo si vede riprodotto nel suo aspetto primitivo sulla colonna davanti al bacino e di fianco alla basilica marciana. Parrebbe un grifone, con fattezze un po’ leonine, un po’ di uccello, un po’ umane, assimilate nel Cristianesimo come rappresentazione dell’Evangelista Marco.
Nell’iconografia cristiana, infatti, il Leone alato deriva dalle visioni profetiche contenute nel versetto dell’Apocalisse di san Giovanni (4, 7): il Leone alato è infatti uno dei quattro esseri viventi descritti nel libro come posti attorno al trono dell’Onnipotente, intenti a cantarne le lodi; essi furono poi scelti come simboli dei quattro evangelisti. San Marco è un leone, San Giovanni è un’aquila, San Matteo un angelo, San Luca è un toro.
In precedenza queste quattro creature erano state descritte dal profeta Ezechiele nel suo libro, contenuto nell’Antico Testamento.
Il leone è associato a Marco anche in funzione delle parole con le quali inizia il suo Vangelo in riferimento a San Giovanni Battista: «Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: “ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”». (Vangelo secondo Marco 1,1-3). La frase evangelica della voce che grida nel deserto richiamava l’idea di un ruggito nella desolazione desertica.
L’anima della Veneta Nazione è legata in termini indissolubili al Santo Vangelo, capirne il motivo è forse il salto culturale più grande che come Veneti ci attende. WSM!