l’arte dei peltreri veneziani
di Theusk
La storia antica del peltro a Venezia inizió nel XII secolo e vide in città una delle più importanti produzioni europee.
L’arte dei peltreri radunava gli artigiani che producevano in prevalenza oggetti poveri come scodelle, vassoi da portata, calici e che si occupavano anche della riparazione delle pentole e della lucidatura delle posate.
Era un’arte umile ma che procurava cospicui guadagni ed Il Governo, per scongiurare truffe e alterazioni, controllava i prezzi e la qualità dei prodotti.
L’arte venne riconosciuta dal Governo nel 1432 e la sua Mariegola (statuto), ora smarrita, notava come nel 1480, per impedire le adulterazioni nella composizione del metallo, venisse stabilita dai Provveditori al Comun, la “chatarada” (un saggio) della pasta usata nei peltri più fini e cioè:
“Lire XXV de stagno fin, et in quello collaudo sia messa la sua tempera che sono unze do de marchizeta et unze do de rame. Item Lire 6 de stagno vecio bon et fin. Et da poi, fonduto tuto insieme, questa se intende esser bona chatarada”.
Nessuno poteva battere o tornire lavori usati e si vietó, come per i vetrai, di portare fuori Venezia i ferri e le forme del mestiere.
I maestri di quest’arte, che erano per la maggior parte tedeschi o fiamminghi, dovevano bollare gli oggetti “Con el suo nome et con una corona de sopra”.
Nel 1520 il Consiglio dei Dieci decretó inoltre che al posto della corona si ponesse un “bollo de San Marco”
liberamente tratto da “storia di Venezia nella vita privata, Molmenti”