“…essere una Repubblica indipendente confederata con gli altri stati italiani” Daniele Manin

Una risposta

  1. Marco d'Aviano ha detto:

    Daniele Manin non apparteneva alla massoneria, lo sanno tutti: anche lo storico Aldo Mola, che parla diffusamente di tutti gli eroi risorgimentali affiliati alla massoneria, non fa nessuna menzione di Daniele Manin (che tra l’altro era un feroce critico della “politica del pugnale”, come lui stesso la chiamava, praticata da liberali ben diversi da lui). Manin era repubblicano, che in quel tempo voleva dire essere nemici irriducibili di Casa Savoia e non accettava nel modo più assoluto la monarchia savoiarda. Tutti sanno che Manin era un federalista. La Repubblica Veneta sotto suo consiglio fece un estremo tentativo di accettare la sovranità piemontese quando era ormai circondata dagli Austriaci e aveva assolutamente bisogno di un intervanto esterno che rompesse l’accerchiamento. Carlo Alberto mandò infatti tre commissari a Venezia, ma siccome era un verme, non seppe combattere e aiutare i Veneti. Dopo la vergognosa pace di Salasco, i tre commissari furono aggrediti dal popolo veneziano che voleva linciarli (anche Carlo Alberto era scampato al linciaggio a Milano, d’altronde) e Manin salvò loro la vita, li mise su un vascello e così disse loro addio. Tra l’altro, il partito mazziniano a Venezia fu sempre tenuto da Manin ai margini del governo veneto del 1848-49 e Manin respinse persino il tentativo di Garibaldi di venire a Venezia. Tanti pseudo-veneti di oggi, chiacchieroni ignorantoni, non sono neppure degni di baciare i piedi ad una personalità come Daniele Manin.

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