LA MARCIA IN PIU’ DELL’ANGOLO “VENETORUM”in una lettera di un genitore alla scuola del figlio.
Di Dino Carraro.
Accade un piccolo miracolo, in pochi mesi un istituto professionale eccellente, riesce a trasferirsi in una nuova sede. In una bellissima lettera, di un genitore alla Preside, piena di riferimenti storici, si spiega questo grande esempio di efficienza veneta. Orgoglio patrio e grande amore per la nostra terra, la Redazione ve ne propone la lettura. Contiene anche forti critiche nei confronti del rappresentante della Regione, di cui sottolinea la latitanza.
La ringrazio anticipatamente, Dottoressa Bergo, per il tempo che vorrà dedicare a queste righe che ho sentito di doverLe scrivere.
Oggi sono stato all’inaugurazione dell’Istituto da Lei diretto, dove studia mio figlio ed ho appreso come tutti i giovani, grazie ad uno staff di insegnanti preparati, vengono seguiti con pari attenzione, e formati nel rispetto di loro stessi e delle regole di convivenza. Non serve parlare di integrazione, qui è una parola superata, che non ha senso, è sufficiente il rispetto delle regole.
Volevo ribadire, come Lei ha già fatto, che la realizzazione di un’opera di questa rilevanza, compreso il trasloco dell’istituto dal centro di Treviso alla nuova sede, il tutto pronto per l’inizio di questo anno scolastico in soli
11 MESI
ha dell’incredibile!
Abnegazione, spirito di sacrificio, voglia di fare, attaccamento al proprio lavoro, voglia di raggiungere l’obiettivo!
Questo è il Veneto regione e questo è il Veneto persone!
Questo è un esempio di come si possono fare le cose quando c’è la volontà di fare.
Questo è Il Veneto!
Padre Lucente, quale presidente ENGIM, ha riconosciuto esplicitamente che Engim VENETO è una realtà che non trova riscontro in nessun’altra regione italiana. A Roma, prosegue Padre Lucente, solo per realizzare un nuovo laboratorio ci sono voluti due anni!
Sempre Padre Lucente ha detto che le radici profonde non muoiono mai, i veneti le hanno, queste radici, e sarebbe giusto capire perchè.
Mi piacerebbe che questo Istituto, raccontasse a questi ragazzi perchè in Veneto queste radici sono così profonde.
Esse parlano di lavoro, onestà, fede, sacrifici, famiglia, onore, rispetto, inventiva, imprenditorialità…
Raccontare ai nostri giovani la storia del Veneto, significherebbe aprire un mondo a molti di loro sconosciuto, storia di cui non si parla nei libri scolastici, che relega Venezia ad una delle quattro repubbliche marinare.
Non è così!
Dalla attualissima @; nata come sibolo mercantile di appartenenza
l’abaco, il piu antico libro di matematica (fu stampato a Treviso);
il sistema di costruzione industriale in serie dell’arsenale di Venezia, secoli prima che Henry Ford inventasse le catene di montaggio;
le battaglie per la libertà,
l’abolizione della schiavitù;
la partita doppia in contabilità;
l’assistenza per i bambini e giovani con le scuole delle arti e mestieri;
l’istituzione del difensore civico per i meno abbienti nelle cause legali;
il sistema di giudiziario;
tutto lo scibile dell’arte;
tutte le etnie che convissero in Venezia.
I territori che non venivano conquistati ma facevano volontariamente Atto di Dedizione alla Repubblica Serenissima, come Treviso; il Cadore, Perasto…
Abramo Lincoln che studiò il sistema giuridico Veneziano e da questo si ispirò per la redazione della Costituzione degli Stati Uniti D’America.
Tutto questo e tanto altro nacque e si sviluppò qui,
e divenne patrimonio del mondo.
Ma non solo,
non solo Venezia
la storia di queste terre si perde nella notte dei tempi, da 3000 anni le genti venete abitarono questi territori, basterebbe vedere i musei di Este, Montebelluna ed Altino (appena aperto) per capire, non fu la paura di Attila che fece nascere Venezia!
Questo, Dottoressa Bergo, non è un desiderio romantico e nostalgico, questo è guardare al futuro, traendo e riscoprendo dal passato l’orgoglio di appartenere ad una terra e cercare gli stimoli e gli ideali che hanno fatto grande, per almeno 1100 anni, la Repubblica di Venezia che, non a caso, fu battezzata con il nome
“La Serenissima!”
Ci tengo a citare una persona ad esempio
Giovanni Distefano
Siciliano, laureatosi a Ca Foscari in lingua e letteratura Inglese, docente a Mestre per tanti anni, ha sposato una veneziana. Si innamorò talmente di Venezia, benchè siciliano, che ha impiegato almeno 30 anni in ricerche storiche arrivando a pubblicare due corposi volumi: l’Atlante Storico della Serenissima e l’Enciclopedia Storica di Venezia. Fulgido esempio di come veneziani o veneti si possa diventare!
Dispiace che il rappresentante della regione Veneto, un certo signor CANER, affermi candidamente che la regione Veneto non ha fatto tagli nell’istruzione, nella sanità… (al che ho contestato l’intervento)…
E’ deplorevole, per non dire altro, che questo signor CANER
MENTA
così spudoratamente di fronte a dirigenti, insegnanti, genitori ma
SOPRATUTTO
di fronte ai giovani studenti, sapendo di mentire!
plauda all’esecuzione dell’opera quasi fosse merito della regione…
dichiari ripetutamente che siamo in periodo di crisi (taglieranno?) per cui non c’è certezza dei finanziamenti regionali promessi o che rimangano invariati.
Ritengo sia assolutamente doveroso il contributo economico alla gestione da parte della regione, quando la regione stessa non provvede a soddisfare un suo obbligo istituzionale, in questo caso istruzione e formazione professionale.
Tanto più nei confronti di un istituto come il Turazza che, fondato dai Padri Giuseppini del Murialdo, vanta 150 anni di storia ed un servizio unanimemente ritenuto di eccellenza nel campo, quello dei giovani che si avviano al lavoro, che è determinante per l’economia di un paese, e per detti servizi i cittadini veneti pagano sonanti euro in tasse, che lo stato centrale non restituisce e la Regione Veneto non si attiva concretamente contro questo sopruso!
Senza Vergogna, il sig. Caner ha ribadito più volte che c’è la crisi ma
non ha detto una parola di incoraggiamento a questi giovani,
non ha detto una parola sulla triste attuale realtà in campo lavorativo,
non ha detto una parola su cosa farà la Regione per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro.
Il suo intervento è stato contestato, nei modi e nei contenuti, da molte persone presenti.
Concludo dicendo che è con profondo rispetto ed ammirazione che invio un caloroso ringraziamento a tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di quest’opera, a tutto lo staff dell’istituto Turazza, docenti, non docenti, studenti, per l’impegno nella preparazione di questo ben riuscito evento.
Un particolare ringraziamento a lei, Dottoressa Bergo, per la sensibilità delle sue parole, la gentileza e la professionalità che ci ha dimostrato.
Dino Carraro