A CORRADO AUGIAS CHE PARLA DEI VENETI LIBERATI DAI FRANCESI
L’altra sera in tivu, con l’aria serafica che gli è propria, Corrado Augias, pagato profumatamente dalla Rai, quindi anche dai Veneti, ha avuto l’impudenza di affermare che Napoleone “liberò” i Veneti dalla Tirannia.
Bisognerebbe che lo spiegasse di persona, se potesse viaggiare a ritroso nel tempo, ai tanti morti veneti che si batterono, in vita, tra Verona e Brescia (ma non solo) per liberarsi dall’invasore francese la cui truppa si comportò come una Ghestapo ante litteram . Riprendo la deposizione del ricercatore storico Nicola Cavedini:
Il 20 aprile 1797 viene incendiata Pescantina, un piccolo borgo lungo l’Adige. agli archivi parrocchiali da me consultati risultano almeno una ventina di pescantini bruciati vivi nella case incendiate dalle truppe di Ott, un traditore ex imperiale arruolatosi con Napoleone.
In quello stesso giorno viene incendiato il borgo di Santa Lucia, quartiere di Verona sud: viene bruciata la chiesa, uccisi almeno una decina di veronesi dalle truppe rivoluzionarie e poi nella battaglia detta della croce bianca i documenti parlano di 150 morti, in gran parte Schiavoni.
Poi ovviamente c’è la caduta della città, la capitolazione per cui il generale Bonaparte ordina arresti, viene istituito un tribunale militare, assolutamente illegittimo. Dei cittadini non francesi, di uno stato non belligerante vengono condannati da questo Tribunale alla pena di morte, come il conte Francesco Emilei, che rivestiva la carica di Sindaco. Dal 16 maggio, al 18 giugno si susseguono le fucilazioni. Persino un frate ne fa le spese per aver scritto che i francesi son peggio dei cannibali,dato che questi ultimi se la prendono con gli uomini, i Francesi anche con Dio. Molti popolani vengono passati per le armi, anche solo per essersi opposti alle ruberie e alle violenze contro inermi.
La città viene in questa maniera saccheggiata, e il Monte di Pietà rapinato e svuotato.
Ecco quindi i motivi per cui i Veneti tutti, veneziani compresi, NON festeggiano l’arrivo dell’armata napoleonica. E se qualcuno lo fa, come Augias, non ha mai aperto un libro di storia, o ha aperto solo quelli sbagliati
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