NAPOLEONE SALVO’ I CAPOLAVORI D’ARTE VENETA DALL’INCURIA?
Simili cretinate abbiamo letto, e furono citate al famoso “processo a Napoleone” dove invece un antiquario veneziano di fama universale, descrisse invece la cura estrema che lo stato veneto dedicava al patrimonio artistico, curando anche restauri di centinaia di dipinti e opere d’arte. Insomma, il Louvre è il ricettacolo del bottino dei francesi, a cui del resto, persino Hitler si inspirò quando rubò a man bassa cpolavori in tutta l’Europa.
Cito dal libro di Gigio Zanon, ” Processo a Napoleone” la posizione di Piero Scarpa, antiquario:
… Fu affermato in questa sala che la Repubblica di Venezia non avrebbe avuto la capacità o la possibilità di gestire il proprio patrimonio culturale. Allora prendo lo spunto per chiarire alcuni punti: Venezia ha sempre avuto il massimo riguardo, come ebbi occasione di accennare, per il proprio patrimonio culturale…abbiamo ei documenti ben precisi che sono stati raccolti da Loredana Olivato in un libro, pubblicato nel 1974 a cura dell’Istituto di Scienze, Lettere e Arti.
Si intitola Provvedimenti della Repubblica Veneta per la salvaguardia del patrimonio pittorico nei secoli XVII e XVIII … abbiamo dei documenti; cominciamo esclusivamente con quelli del Seicento e Settecento (che quelli antecedenti non interessano a questo processo, ma esistono) da cui si evince che fin dal 1684 la Repubblica aveva istituito un Ispettore alle Pubbliche Pitture, detto “Conservatore” delle medesime.
Nel 1784 questo personaggio vin sostituito dal Collegio dei Pittori: succedettero molti personaggi finché, nel 1777, il più grande di questi fu Pietro Edwards, che si prese la briga di valutare tutta la situazione generale delle pubbliche pitture dello Stato Veneto.
Non solo, due anni dopo la Repubblica gli affiancò un assistente, che estese le sue competenze non solo agli affreschi di Palazzo Ducale e dei vari edifici pubblici, ma anche alle pitture di scuole, confraternite, conventi, chiese e monasteri. Cioè tutto il matrimonio pubblico e privato, e con inerenza al pubblico tutto il patrimonio fu assolutamente ben gestito.
Ultima cosa, più pr informazione di qualcuno che per altro: dal 1778 al 1795 furono restaurate 405 pitture del patrimonio pubblico in diciotto, diciannove anni. Bene, tanto per farvi un esempio, lo stato italiano riesce a restaurare un quadro ogni anno e mezzo.