A GALLIPOLI, NEL 1416, LA GLORIA DI VENEZIA … MA ANCHE UNA TERRIBILE VENDETTA.
IL 29 MAGGIO UNA ARMATA TURCA si trova alla fonda (le ancore buttate giù) quando si vede parare davanti una squadra veneziana di 15 galee agli ordini di Piero Loredan, che sta inseguendo una nave genovese.
Tra Turchi e Veneziani non c’è guerra, in quel momento, ma i turchi sostengono che la nave genovese è una loro preda, e così danno battaglia. Loredan lascia tre navi in riserva, e col grosso della flotta attacca le navi turche, rimanendo ferito nella lotta, dopo un conflitto durato dal mattino a metà pomeriggio.
Parecchie navi turche cadono nelle mani dei veneziani, altre vengono colate a picco, altre ancora fuggono. I prigionieri, tra cui ci sono molti cristiani rinnegati, vengono passati per le armi o impiccati. Appena giunge la notizia, iniziano grandi feste a Venezia, specie per il ritorno del vincitore Loredan.
Turchi mandano ambasciatori a Venezia per trattare la pace che si firma nel 1419. Nella sua relazione, il comandante veneziano riferisce che tra i prigionieri c’erano molti cristiani rinnegati, e che, per dare un esempio a tutti, “a cagione che alcuni cristiani non oseranno andare al soldo di questi infedeli” , li fece passare per le armi o impiccare e in particolare accenna a un certo Giorgio Calergi “il quale, a grandissimo onore feci tagliare a pezzi a poppa della mia galera”.
Brano ripreso da G. Distefano, “Atlante storico della Serenissima”.