LA VERA STORIA DELLA “DECADENZA” DELLO STATO VENETO NEL ‘700.
Ci marciano in tanti, con la storia dello stato veneto (veneziano) in mano a una manica di parrucconi incapaci e debosciati… Fa comodo a chi difende lo “status quo” nato in seguito all’invasione napoleonica (che non a caso in Italia ha molti estimatori). Ma qui di seguito vi riporto una analisi dettagliata delle floride condizioni (rispetto a tanti altri stati contemporanei) in cui vivevano i “sudditi” veneti. Ma le cupidigie dell’Austria, in ultima analisi, ne decretarono la fine. Risorse come Repubblica veneta, nel 1848, la quale voleva vivere indipendente anche se federata all’Italia, ma tutti sappiamo come andò… Traditi ancora una volta, ma dai Savoia.
“Col patriziato in crisi e la perdita di attendibilità e credibilità all’estero, privata di gran parte del suo stato da mar , accerchiata dalle cupidigie europee e massimamente austriache, ridimensionato il suo porto, dissestata nella sua economia, la vecchia, malandata Repubblica ha ancora la forza di reagire e la sua classe dirigente, lungi dal subire passivamente tutti questi malanni, attua provvedimenti frequenti e impegnativi, spesso anche illuminati…
…La Dominante, nel suo ultimo secolo di vita, in quel “difficile Settecento” realizzò notevoli imprese, tra le quali <L’anagrafe del 1766 e gi bilanci generali, dimostrando una capacità di raccolta e di organizzazione dei dati che ancora suscita ammirazione; si crearono nuove magistrature, operanti in campo economico-finanziario e si moltiplicarono le conferenze di più uffici con notevoli approfondimenti di ricerca e studio> AA.VV. Mestieri e Arti
Si presero in tempi diversi importantissimi provvedimenti in favore dell’agricoltura e dell’allevamento, creando una cattedra di agronomia e una facoltà di veterinaria (la seconda in Europa dopo quella di Oxford n.d.R. ) e fondando accademie d’agraria in molte città; si operò attivamente per un rilancio dell’industria e dell’artigianato; si affrontarono, pur nella penuria di danaro, le grandi opere pubbliche, facendo progetti di bonifica, opere di regolamentazione dei fiumi, e di difesa della laguna (murazzi) ; si dimezzò il debito pubblico; si approvò il codice per la Veneta Mercantile Repubblica… si pose mano alla riforma dello Statuto, ovvero la parte più importante del Diritto Veneto con l’intenzione di varare il codice Veneto Civile,.. (Fulin, 59).
Oltre a ciò, negli ultimi anni, la Repubblica diede origine a un vero e proprio risveglio dei traffici della marina mercantile veneta, con un aumento degli effettivi che la posizionava tra le maggiori d’europa, per cui il traffico del porto di Venezia raggiungeva un volume d’affari che lo collocava sui primi ranghi tra quelli europei. (Cozzi).
Il suo porto risultava ridimensionato al ruolo di porto del suo stesso entroterra, verso cui la Serenissima proiettava sempre più le sue attenzioni dato che era ormai il maggior cespite delle sue finanze… I veneziani, dunque, si volgevano sempre più verso la Terraferma: per acquistarvi campagne e costruirvi ville, soprattutto per curarvi i loro interessi di proprietari fondiari … E vi andavano ad abitare, non solo per la villeggiatura, ma, quando potevano, per tutto l’anno; né si trattava solo di nobili o ricchi borghesi, finivano nelle case di campagna anche professionisti che vi trovavano possibilità di guadagno superiori a quelli della Dominante. Il governo stesso favoriva questo rivitalizzarsi della campagna.. (Cozzi) ”
Ecco il vero stato della società veneta, all’arrivo del ciclone Napoleone (chiamato da qualcuno I. ..nel senso di Infame o Imperatore 🙂
Brano tratto da Giovanni Distefano, opera citata più volte. Grazie.
Basta vedere i dati dei cantieri dell’Arsenale e delle imprese commerciali nel Mediterraneo tra ‘500 e ‘700 per rendersi conto del tracollo (non solo veneto, anche lombardo, genovese,…) economico. Rivolgersi all’entroterra fu, a quel punto, scelta quasi obbligata.