ANDREA CONTARINI, UN GRANDE DOGE CHE SCAPPO’ A PADOVA
Ogni giorno assistiamo all’assalto alle “careghe” da parte dei politici, e a strenue lotte per mantenerlo, il potere, anche quando lo si dovrebbe lasciare. Ma a Venezia non fu così, e siccome oltre all’onore della carica, a volte l’onere poteva apparire insopportabile ad alcuni, accadeva che anche l’eventuale elezione al vertice massimo, in qualità di Doge dei Veneti, fosse considerato una disgrazia. Accadde all’ultimo Doge, il povero Lodovico Manin, ma anche in tempi antichi, con Andrea Contarini.
Da giovane rampollo, non si era risparmiato gli eccessi, diventando un grande frequentatore di meretrici ma anche di conventi dove molte giovani aristocratiche, chiuse contro il loro desiderio, avevano tresche amorose con giovani nobili e non che le frequentavano nottetempo. Uno degli ultimi fu certamente Casanova, ma tornando al nostro Andrea… mentre abbracciava una di queste monachelle allegre, fu colpito dall’anello che lei portava all’anulare, con l’immagine di Gesù. Ne chiese il significato e lei rispose che essendo sposa in Cristo quello ne era il simbolo.
Ebbene egli ne fu talmente colpito che con una scusa si ricompose e la lasciò turbato. Uscendo, gli parve che passando davanti a un grande crocifisso, Gesù chinasse il capo quasi assentendo, a ringraziarlo… e di colpo ebbe la visione profetica della sua elezione al dogado.
Fu un episodio che non gli fece fare i salti di gioia se è vero che molti anni più tardi, nel 1368, subodorando una sua possibile elezione, fece arrivare un messaggio a ciascuno dei quarantuno elettori diretti del doge spiegando che non aveva nessuna voglia di assumere la carica. Nonostante i suoi sforzi, risultò eletto (la carica, va opportunamente ricordato, non si poteva rifiutare), ma qualsiasi tentativo di rintracciarlo fu vano.
Fu ritrovato nascosto a Padova; spiegò che in Siria, un giorno, un indovino gli aveva predetto che se fosse stato eletto doge se ne sarebbe pentito amaramente… Ma i notabili della Repubblica furono incrollabili, e gli fecero capire con chiarezza che l’unica cosa di cui avrebbe dovuto pentirsi sarebbe stato semmai il rifiuto della nomina. Contarini divenne dunque doge, reggendo le sorti della Serenissima fino al 1382, e fu un buon doge: sotto di lui ebbe termine favorevole la lunga guerra contro la Repubblica di Genova.
Egli in quella guerra, col nemico in laguna seppe comportarsi con lungimiranza e poi con grande eroismo. Fece liberare dal carcere Andrea Pisani, amatissimo dai marinai della flotta, caduto in disgrazia proprio per una precedente “debacle” in uno scontro con i genovesi, e poi, al momento dello scontro si fece incatenare sul palo principale della nave ammiraglia che affrontò per prima il nemico, senza alcuna protezione, galvanizzando col suo mirabile esempio tutte le ciurme veneziane, le quali travolsero i genovesi in maniera totale e definitiva.
Insomma, quella di Venezia e dei veneti.. la ze proprio ‘naltra storia. 🙂
fonte https://www.ilgazzettino.it/Alberto Toso Fei Andrea Contarini
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