SOFFOCATI COME TOPI DAI FRANCESI. A MOSSAN DI VICENZA.
A Mossano (Vi), sulle pareti rocciose più scoscese dei Colli Berici, si trovano i “covoli” grotte e cavità più o meno naturali. Essi favorirono sin dal paleolitico, gli insediamenti umani rispondendo perfettamente a quella tipologia derivata da motivazioni di igiene abitativa cui l uomo primitivo era molto attento.
In tutte le epoche successive i covoli offrivano nascondiglio e riparo agli abitanti del luogo e pare anche a San Bernardino che fu presente a Vicenza nel 1423 e nel 1443, un anno prima della sua morte.
Proprio la sua grotta fu teatro di un terribile avvenimento. Il fatto è sommamente ricordato in un antica memoria di Battista Medico Barbaran, breve ma tragicamente essenziale di cui riporto la parte saliente: “Nel 1510 Laura, mia cosina, fu soffegà da tristi franzosi in lo covolo de Mossan con sete fioli e duemila persone”.
Era il periodo della guerra della Lega di Cambrai contro Venezia ed era il ventiquattro Maggio del 1510 quando Vicenza veniva ripresa dall’esercito imperiale e saccheggiata.
Le truppe tentarono di attaccare i covoli di Costozza ma non riuscendovi, presero la via di Mossano. Assalirono la grotta di San Bernardino,la più grande. All intimazione di resa fu risposto con una scarica di moschettate da parte dei Veneti; fu allora che gli assalitori avanzarono verso la bocca della caverna, accesero un falò al quale aggiunsero dello zolfo. Si udivano dall’ interno della grotta pianti e grida di quelli che morivano ma i francesi, non paghi dell’ eccidio perpetrarono sui corpi delle vittime crudeltà terribili.
La notizia ebbe sull opinione pubblica un impatto notevole ma alcuni storici, quali il Pigafetta, attribuirono l eccidio ai tedeschi.
Sul luogo della strage, sorse una chiesetta, forse ad opera dei Serviti, e fu intitolata a Santa Maria delle Grazie.
In foto uno dei caratteristici Molini di Mossan
Antonella Todesco, veneziana