CALA’ DEL SASSO. 4.444 GRADINI CARICHI DI STORIA.
Ricerca di Pierantonio Ganazzin
La Calà del Sasso è la storica mulattiera/scalinata lungo la quale veniva trascinato il legname tagliato nei boschi dell’altipiano sovrastante fino al fiume e da qui, assemblato in zattere, veniva trasferito per fluitazione fino alla laguna di Venezia e al suo arsenale.
Da qui la tradizione dei “zattieri”
Dal Duecento fino al Settecento l’attività principale nel Canale di Brenta è il trasporto e il commercio del legname sia in libera fluitazione che legato in zattere.
Valstagna fungeva da stazione principale per il deposito e il commercio del legname che confluiva dall’Altopiano, attraverso la Cala del Sasso, dal Primiero e dal Feltrino.
Da Valstagna, i tronchi assemblati e legati a mò di zattera e caricati di vettovaglie (formaggi miele, carni ecc., e pure carbone dato che in Altopiano c’erano i “carbonari”), venivano trasportati verso i mercati delle principali città di pianura venete fino a Venezia , che abbisognavano di enormi quantità di legname per uso domestico, ma non solo.
I famosi faggi di Valstagna hanno rifornito per secoli di remi l’Arsenale di Venezia e i larici e rovere le fondazioni.
Al tempo le zattere erano formate da 15-18 tronchi legati tra di loro. Ogni zattera veniva legata alle altre fino a formare dei “treni” che andavano da tre a 6 elementi, per una lunghezza complessiva di 30 metri. I viaggi potevano durare anche 3-4 giorni in base alla destinazione, alle merci trasportate e alle soste.
Famosa era la classica la “sosta” sotto il Ponte Vecchio la dove c’è una vecchia porticina che comunica con la famosa distilleria, così dopo aver acquistato della grappa e magari averne anche bevuta, anche quella veniva venduta lungo il tragitto.
La Repubblica di Venezia riconoscente favorì la crescita economica e sociale di Valstagna con esenzioni tributarie e privilegi fiscali.
Il paese, facendo parte della Federazione dei Sette Comuni, era considerato come figlio fedelissimo di San Marco nella difesa dei confini, pronto sia in pace che in guerra a sostenere il dominio veneziano oltre che con il sangue dei suoi uomini, con i legnami e il carbone delle sue montagne.
Fra i numerosi privilegi della Serenissima, Valstagna, ad un certo punto della sua storia, ne vantò uno molto importante: quello di poter coltivare, prima contrada in Valle, il “tabacco”.
La coltivazione di questa pianta, importata in valle nel XVII secolo dai monaci di Campese, ne trasformò un po’ alla volta l’intero, aspro paesaggio, umanizzandolo con un duro lavoro, con quei scenografici terrazzamenti a gradinate, che, partendo da sotto le rocce della montagna, scendono giù, ora più ripidi ora più distesi, sino al Brenta.
Fine della “pappardella”, spero vi sia piaciuta.