“Ciapar el fresco” o la passeggiata in gondola.
Le cronache riportano che erano migliaia le gondole che scorazzavano lungo il Canal Grande con dentro il fiore della nobiltà.
In epoca antica si muovevano dalla Riva dell’Ascension verso il tramonto ma nel XVIII secolo l itinerario fu invertito: iniziava dalla Chiesa di Santa Lucia e terminava in Bacino San Marco.
A queste gondole si univano anche le barchette dei popolani che solevano improvvisare delle gare con i gondolieri. Le nobilidonne erano seguite dalla servitú, e incontri amorosi e galanti s intrecciavano tra dame e cavalieri che si trovavano su altre gondole accostate le une alle altre. Spesso il corteo di gondole seguiva barche addobbate con palloncini di vetro colorati nelle quali si eseguivano serenate e tipiche canzoni da battello.
I cittadini che non possedevano imbarcazioni proprie si organizzavano in grandi barche chiamate “tartane” dove passavano la serata mangiando bevendo e cantando.
Qui sotto i famosi versi di Pietro Buratti (1772/1832)La Barchetta (il fresco)
La note ze bela
Fa presto Nineta,
Andemo in barcheta
I freschi a ciapar.
Che gusto contarsela
soleti in laguna
E al ciaro de luna sentarse a vogar!
A Toni gh’ò dito
Che l felze ‘l ne cava
Per goder la bava
Che supia sul mar.
Ti pol de la ventola far senza, mia cara,
Che i zefiri, a gara, te vol sventolar!
Se gh é tra de lori
Chi tropo indiscreto
Volesse dal peto El velo strapar,
O chi sul zenocio le alete formando
Magior contrabando volesse tentar.
No bada a ste frotole, soleti nu semo
E Toni sul remo l è atento a menar.
Nol varda, no ‘l sente
L è un omo de stuco
da gonzo e da cuco
Al tempo El sa far😉
Venezia