IL SACRIFICIO DEL CAVALLO E I VENETI POPOLO INDO EUROPEO.
Il sacrificio del cavallo è certamente una traduzione di origine indoeuropea. Se ne Trovano tracce tra i Germani, gli Iranici, i Greci, i Latini, gli Armeni, i Massageti, i Dalmati. (Mircea Eliade). Tra i Veneti si sacrificava un cavallo bianco, nel Tempio di Diomede, alle foci del Timavo, dove gli antichi narravano di ben nove fonti sorgive, da cui i Veneti credevano fosse originato il mare.
Il cavallo era il simbolo delle forze dell’universo, nel sacrificio supremo al semidio Diomede a cui la cerimonia era dedicata, che aveva portato la tradizione dell’allevamento degli equini. Egli rigenerava la comunità donando prosperità per il nuovo anno. E’ anche probabile infatti, come era in origine nel rituale vedico, che il periodo della cerimonia fosse agli inizi di primavera, nel Capodanno veneto, che resterà tale come data, anche nei tempi storici recenti.
“Diomede Dopo aver errato a lungo nel mare Adriatico si fermò in più porti insegnando alle popolazioni locali la navigazione e l’addomesticamento ed allevamento del cavallo. La diffusione della navigazione forse aveva l’intento di ottenere il perdono dalla dea nata dalla spuma del mare e considerata divinità della buona navigazione (Afrodite euplea). In ogni caso si realizza così una straordinaria trasformazione: da campione della guerra Diomede diventa l’eroe del mare e della diffusione della civiltà greca. Era infatti venerato come benefattore ad Ankón (Ancona), città nella quale è nota la presenza di un suo tempio[7], a Pola, a Capo San Niccolò (in Dalmazia) , a Vasto, a Lucera e all’estremo limite dell’Adriatico: alle foci del Timavo. In questi luoghi il culto di Diomede si era sovrapposto a quello del Signore degli Animali, un’antichissima divinità dei boschi.”
Gli effetti del sacrificio si irradiavano su tutto il territorio: nei riti vedici il cavallo simboleggia il Cosmo e i testi braminici sottolineano i rapporti stretti tra il cavallo e le acque (M. Eliade). Non è quindi un caso se i Veneti, che veneravano il cavallo come animale sacro, procedevano alla cerimonia alle sorgenti del Timavo.
Questa è una mia riflessione dopo aver letto il passo che parlava di questo rituale vedico nel primo volume dell’autore citato sopra “Storia delle credenze e idee religiose” (pagg. 240-241)