DA “AFACHIN” (arabo) A “FACHIN” (veneziano) IL PASSO NON FU BREVE..
Curiosa è la storia della parola facchino. Gli afachini nei documenti di commercio arabo-cristiani, erano intesi come ‘dottori di legge’. Più tardi troviamo il vocabolo nel significato di interprete, maestro di scuola, scrivano.
All’improvviso ecco il nostro facchino , definito dal vocabolario: chi porta pesi di mestiere. Cosa è successo? In un testo veneziano del 1300 troviamo scritto che non si può travasare l’olio in giare “se i fachini de l’olio non sono su per vederlo imbottigliare“; in questa circostanza i ‘fachini’ non sono ancora gli uomini di fatica, che nello stesso testo vengono chiamati col loro antico cognome di bastasi , ma sono una sorta di ispettori o scrivani che registrano le merci.
Probabilmente nei fondachi (altra parola di origine araba … funduq che però era a sua volta di deriva bizantina) dall’uso del termine nel senso di doganiere si è passati a quello di trasportatore di merci e la parola è rimbalzata da Venezia all’italiano, imponendosi persino nel francese.
Gianna Marcato -in “Parlar veneto”. Docente presso l’Università di Padova.