il palazzo in cui si “ragionava”
SI FA FATICA A DIFENDERE LA CONTRORIFORMA del concilio di Trento che affossò ogni spirito di ricerca e iniziativa del mondo cattolico dell’Europa del sud, sottoposto a mille limiti e censure nel pensiero libero e quindi anche nel progresso civile. Ma gli effetti della Controriforma, in Italia furono molto diversi tra Settentrione e Meridione.
Al Sud essa si sposò benissimo con un mondo feudale e con la monarchia assolutista che lo aveva governato da sempre; per non parlare della Sicilia con un retaggio arabo che ancora non riesce a scrollarsi di dosso e che spiega il perdurare del fenomeno mafioso. Anche se è combattuto dai tanti siciliani onesti.
Al Nord invece vi era Venezia, che cercò di mantenere la sua autonomia, difendendo le sue tesi di separazione tra potere politico e quello ecclesiastico, attraverso il pensiero di Paolo Sarpi (uno dei giganti del pensiero moderno e fondatore dello stato contemporaneo), e vi era anche un retaggio storico di libertà di pensiero comune anche al resto della pianura padana, precedente alla creazione dello stato veneziano federato e autonomista “democratico” nella sua struttura. Era originato da realtà governate in origine da liberi comuni che attraverso i rappresentanti delle arti e mestieri decidevano in libere assemblee quali decisioni prendere per il bene collettivo. Del tutto autonome se non estranee alla nobiltà di terraferma di discendenza longobarda.
Ecco quindi perché il Nord ancora oggi si sente maggiormente collegato, nel suo progetto di vita e nella sua organizzazione sociale, agli stati più progrediti dell’Europa settentrionale. Piaccia o non piaccia l’operato attuale della “culona” tedesca….
🙂
Nella foto di testata, l’imponente “palazzo della Ragione” a Padova, il più illustre monumento alla democrazia assembleare proprio delle genti del nord Italia. Che continuò a funzionare anche durante il Dominio veneziano.
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