“…difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”. Ma non fu Voltaire a scriverlo!
Ricevo dall’amico Marco D’Aviano e pubblico:
«Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo». Chi lo disse? Non fu Voltaire.
Fu invece Evelyn Beatrice Hall (1868 – 1956), scrittrice britannica che ha scritto sotto lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre.
È conosciuta soprattutto per la sua biografia su Voltaire, Gli amici di Voltaire, completata nel 1906.
Fu lei a scrivere la frase, spesso erroneamente attribuita a Voltaire, «I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it», come una illustrazione del pensiero di Voltaire.
Insomma, tanti ripetono luoghi comuni alla moda, per farsi vedere colti ed intelligenti, senza però aver capito a che cosa miravano tanti modi di pensare e tanti atteggiamenti. Nel caso di Voltaire, si è spacciata una finta libertà per legittimare il male del pensiero liberale.
Dopo la Rivoluzione Francese è diventato lecito dire di tutto, tranne ciò che porta al Bene. E’ oggi vietato ai cittadini fare il bene, che altro non è che la volontà di Dio. L’insegnamento dei nostri nobili Antenati, quando lo Stato incoraggiava i buoni costumi della Veneta Nazione attraverso la buona educazione e la severità con gli atteggiamenti indecenti, è definito dalla mentalità liberale “oscurantismo tirannico e reazionario”. Oggi abbiamo magistrati che condannano i giusti, che difendono il proprio domicilio, a risarcire i delinquenti che l’hanno violato con male intenzioni, o peggio, che hanno commesso violenze in casa altrui. Oggi chi difende la sua Patria dall’invasione di masse umane fuori controllo è definito “razzista e xenofobo” dallo Stato italiano politically correct. Oggi chi non permette che ai propri figli siano insegnate a scuola le porcherie del “gender main-streaming” è definito “omofobo e sessista”. Ecco a che cosa ha portato la retorica di Voltaire e degli Illuminati: la loro “tolleranza” è in realtà licenza, il lassismo davanti al male. Quando la “libertà d’opinione” scardina i valori morali tradizionali, mettendo il bene al posto del male e il male al posto del bene, non si esercita libera attività intellettuale, ma si distruggono i cardini della Civiltà e si disumanizzano le persone.