DUE BANDIERE VENETE, CARICHE DI STORIA… IN MANO AL “NEMICO”.
Di Millo Bozzolan
“Nel Museo di Appenzell, situato nell’omonimo cantone nel nord-est della Svizzera, sono conservate due bandiere di fanteria dell’esercito veneziano, catturate dagli svizzeri nella battaglia di Agnadello del 14 maggio 1509. Citate nel libro-catalogo Schweitzer Fahnenbuch pubblicato nel 1942, che raccoglie le foto e le descrizioni di tutti i vessilli conservati nei musei svizzer, sono rettangolari con i bordi arrotondati al battente,forma tipica molto usata dalle fanterie all’inizio del XVI° secolo…
La prima bandiera,cm.150 di altezza per cm.165 di lunghezza,in tela con il campo completamente bianco contornato da un bordo doppio dipinto di giallo (oro), sul cantone superiore presso l’asta presenta il leone di San Marco d’oro con il libro chiuso. Al centro del vessillo un motto d’oro dove si legge:”Dispersit dedit pauperibus”; le frange del bordo sono dipinte in tre colori: rosso, azzurro e bianco…”
L’altra insegna apparteneva al capitano Pietro Bourbon marchese del Monte Santa Maria, “il primo fante à piè che havesse l’Italia”, famoso per la sua l’astuzia militare.
…Nel 1505 il capitano Bourbon passò al soldo della repubblica di Venezia, distinguendosi nel 1508 nella guerra di Trieste e alla battaglia del Cadore. In questo scontro sotto il comando del d’Alviano, escogitò di armare i suoi fanti di picche più lunghe, riuscendo così a sconfiggere i lanzichenecchi dell’imperatore Massimiliano. L’anno successivo, divenuto capitano generale delle fanterie della Serenissima, morì da valoroso alla battaglia di Agnadello dove, ancora secondo il Sansovino: il Re Lodovico XII, volle seppellire con esequie reali…”
Uno dei grandi libri moderni che manca alla Veneta Storia è “Storia della guerra contro la Lega di Cambrais”, mi pare. Qualche volontario dotato di talento storico?