E VENEZIA SCOPRE DI AVER CREATO LO STATO DEI VENETI, DOPO AGNADELLO.
Continuano imperterriti a spiegarci, certi “storici” moderni, che Venezia rappresentava solo una oligarchia che badava ai propri interessi, e come Nazione in pratica, non è mai esistita. Ma la storia, letta in maniera corretta, ci dice il contrario. Ridiventammo VENETI dopo esser stati “un volgo disperso” per secoli passando sotto le ali del Leone. Leggete qua di seguito:
Con la Lega di Cambrai (1508), quasi tutta l’Europa armata contro Venezia: dopo la sconfitta ad Agnadello, gli eserciti nemici arrivano ai bordi della laguna, ma la Repubblica riesce a dividere gli alleati, con un abile lavoro diplomatico…Alla fine, al congresso di Bologna, nel 1530, la Repubblica riesce ad ottenere il suo Stato da Terra fino all’Adda. E’ un capolavoro politico.
Di fatto, il dominio di terraferma assume la sua forma iniziale attraverso i patti di dedizione, che vedono territori e città contrattare realmente la loro aggregazione a Venezia. Si scopre così che la città Stato è amata soprattutto dai sudditi più umili. E fu proprio nei giorni tremendi seguiti ad Agnadello “che si rivelò l’attaccamento dei contadini alla Serenissima, in netto contrasto con i vecchi padroni, cioè con la nobiltà, legata alle tramontate Signorie e subito dichiaratasi per l’Impero…. fu una lotta furiosa, incredibile, cioè partigiana… la quale basterebbe a dimostrare che… tra i vecchi padroni feudali ed i nuovi, i contadini avevano decisamente scelto Venezia. ” (Giuseppe Fiocco)
La Repubblica sostiene la modernizzazione dell’agricoltura creando una Magistratura per le Terre Incolte (1556) e i nuovi proprietari veneziani portano nelle attività agricole un nuovo spirito imprenditoriale. Il contadino non è visto più come un servo della gleba, ma come un prezioso collaboratore, che accoglie le nuove culture (come il mais ed il riso) realizzando una rivoluzione agricola alimentare.
E’ in questo contesto che sorgono le ville del Palladio, con porticato classico e ‘barchesse’ laterali per uso abitativo dei lavoratori e della servitù: edifici costruiti non solo per i ricevimenti e le vacanze dei patrizi, ma anche case fattoria, con una duplice funzione come la casa fondaco veneziana, che era abitazione del proprietario e magazzino per le merci.
Giovanni Distefano, opera citata.