El Paron come il Ponte Morandi a Genova
di Antonella Todesco.
Il campanile di San Marco,”el Paron” per i veneziani, nasce come faro e torre di avvistamento. Rimaneggiato nel XII, nel XIV furono chiamati alcuni ingegneri olandesi e francesi per rinforzare la struttura.
Venne seriamente danneggiato da un fulmine nel 1489 e da un terremoto nel 1511. Tra il 1511 e il 1514 assunse l aspetto definitivo. I lavori di restauro furono portati a termine nel 1513 con il collocamento della statua dell’ Arcangelo Gabriele.
Nel 1653 il Longhena eseguì restauri manutentivi e nel 1776 il campanile venne dotato di parafulmine. Dall’anno della caduta della Repubblica (1797) al 1902, anno del crollo, non fu più eseguito nessun tipo d intervento.
L’ingegner Miozzi, nella sua opera “Venezia nei secoli”, sostiene che la causa del crollo del campanile non fu imputabile ad un cedimento delle fondazioni come fu detto, ed afferma che: “È morto di un colpo per trauma, è scoppiato”.
Infatti per il deperimento delle murature molto trascurate si sono staccate dalla canna le più elevate rampe della scala interna che, precipitando, han fatto crollare quelle inferiori e così via, appiattendo tutta la massa nel fondo che con la sua forza ha causato lo scoppio della base.”
Gli ingegneri italiani inviati sul posto tacquero sulla vera causa perché la provata colpevolezza di una rovina evitabile con semplici interventi di manutenzione (indispensabili in una città come Venezia) avrebbe suscitato ire e reazioni nel popolo veneziano e Veneto da appena 36 anni sotto la dominazione italiana. Essi quindi, preferirono TACERE.