GAMBARARE E LA MADONNA DEI CAVALLI, FESTA DI ORIGINE PALEO VENETA?
Quanto leggerete è indubbiamente un pezzo di straordinario interesse: perché ritengo molto verosimile l’ipotesi della ricercatrice (con le carte in regola dal lato della preparazione scientifica e intellettuale) che collega questa festa ai riti dei Veneti antichi di epoca precristiana e al loro culto del cavallo. Sarebbe un altro esempio della assimilazione nel cristianesimo di culti ben più antichi, cari alle popolazioni venete.
Festività arcaica e molto territoriale legata all’antico territorio di Gambarare, un piccolo vicus paleoveneto e romano, adiacente al porto fluviale che connetteva attraverso il fiume Brenta il mare e Patavium, Padova.
Durante le ricerche per la mia tesi di laurea, ho notato delle analogie interessanti non solo con il territorio ma anche con culti arcaici. Il sospetto mi è nato essendo la festa della Madonna dei Cavalli strettamente endemica e territoriale, non la troviamo in nessun altra parte se non in questo paesino del veneziano, da dove proviene un ramo della mia famiglia.
Vi svelo qualche curiosità…. Chi era dunque questa SIGNORA DEI CAVALLI?
Questa festività trova origine nel mito e nel Culto Sacro che gli antichi Veneti offrivano ai Cavalli testimoniato da numerosissime necropoli
e dall’esistenza di un culto religioso dedicato ai Dioscuri presso i fiumi. Reitia la Dea Veneta più importante era associata al cavallo e la tradizione spirituale è giunta fino ai nostri giorni con la festa di Gambarare che non è la “festa dell’Immacolata Concezione” ma la festa della ” Madonna dei Cavalli”.Da documenti basso medievali (che ho potuto personalmente esaminare) infatti si parla di una ” Domina equorum” ed in seguito ” Ma- Donna de li cavali” quindi ” Signora dei Cavalli”.
L’istituzionalità della festa così come viene svolta in questi ultimissimi anni deriva dal 1933 ed è così detta perchè una statua dell’Immacolata viene portata per le vie del paese, che ricalcano l’antico corso del Medoacus major ovvero il Brenta, su un carro trainato da 12 pariglie di cavalli rigorosamente bianchi ( altro singolarissimo aspetto del culto ai cavalli di Diomede, ed era prescrizione per i Veneti di sacrificare cavalli rigorosamente bianchi) .
Nella processione il carro è seguito e preceduto da figuranti che procedono a piedi, soprattutto bambini e ragazze e la statua è avvolta da una nuvola di tulle rosa ed azzurro. Anche oggigiorno vengono eretti archi ” di trionfo” dagli abitanti riempiti di fiori e sempreverdi, alle finestre vengono drappeggiate stoffe pregiate e decorate mentre si costruiscono occasionali altarini dove vengono sistemate statuette della Madonna, dei Santi e dei defunti.
Ricerca documentaria a cura di Elena Righetto.
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