GIROLAMO POLIDORO, IL VENETO CHE RUBO’ AI TURCHI LA PELLE DI BRAGADIN
E’ un personaggio rimasto nell’ombra della storia, malgrado l’impresa straordinaria che lo vide sottrarre, ridotto in schiavitù dai Turchi, la pelle del nostro Martire ed Eroe Marc’Antonio Bragadin. Con grave rischio personale, tanto che ne pagò le conseguenze per tutta la sua vita. Con pazienza e ricerche storiche serie, Gualtiero Scapini Flangini, storico bresciano, ne ricostruisce la figura. Consiglio vivamente il suo volumetto che è anche uno spaccato su “l’altro mondo” mussulmano dell’epoca, per certi versi sorprendente, ma sempre alieno e antitetico al nostro.
GIROLAMO POLIDORO
La sua origine è incerta. Un autore lo ritiene originario di Padova, un altro di Verona, altri ancora lo ritengono di origini meridionali, abruzzesi o pugliesi. Attualmente in Italia vi sono 665 famiglie Polidoro. Le regioni italiane nelle quali il cognome è più diffuso sono Abruzzo 199, Lazio 144, Campania 83, Piemonte 47, Lombardia 41, Veneto 29, Emilia Romagna 26, Basilicata 25, …. (etc)
Ritengo perciò che non sia molto facile stabilire con precisione scientifica il luogo di nascita del nostro eroico personaggio. Mi limito a seguire le labili tracce nella storia della Serenissima. Per quanto riguarda il Veneto risulta un Polidoro residente a Treviso nel 1793, due a Montagnana… due a Lonigo, e uno a Noale. (Riassumo n.d.R.). Nei periodi precedenti nulla risulta…
Voglio quindi rimanere nel sentiero tracciato da quegli storici che, sia pure brevemente e con qualche lacuna, lo danno quale servitore di casa Bragadin, originario dell’entroterra veneto, forse veronese o della bassa padovana. Potrebbe essere stato originario di S. Bonifacio o di Caldiero, tra Verona e Vicenza, oppure nativo di Montagnana, dove ancora nell’Ottocento risultano viventi due Polidoro, o ancora di Lonigo, nei pressi di Viicenza, dove due dello stesso cognome vivevano nel 1873-1877.
Di certo abbiamo che il nostro Polidoro visse a Venezia nel 1560 e servì nella casa Bragadin. Nel 1560 Marc’antonio Bragadin divenne governatore di galea e nel 1566 fu riconfermato nella nomina. Tutto fa ritenere che Gerolamo Polidoro lo abbia seguito come servitore e attendente, come era d’uso allora. Nel 1569 Bragadin divenne Rettore di Famagosta, nell’isola di Cipro, in previsione di un attacco ottomano.
Le cronache di quella guerra non lo nominano mai, ed è comprensibile trattandosi di un umile servitore. Il suo nome emerge e risalta potentemente in un breve lampo di luce quando l’umile servo, preso schiavo dagli ottomani, riesce a trafugare la pelle del suo antico signore e la consegna al bailo di Costantinopoli. Un atto temerario ed eroico che gli costerà caro. Girolamo subirà il durissimo castigo, ben tremila bastonate sulle gambe e sui piedi.
Ne restò segnato per il resto dei suoi giorni e poté tornare a Venezia solo nel 1587, riscattato da Antonio Bragadin, dopo tre lunghissimi lustri di schiavitù. Visse in povertà, alleviata in quegli ultimi anni solo dalla modesta pensione che il Senato gli concesse, cinque ducati.
La generazione che aveva vissuto l’epopea di Cipro e la battaglia di Lepanto tramontava, le vicende successive incalzavano, su di lui scese l’oblio dei posteri.
Tratto da “Polidoro l’uomo che rubò la reliquia di Marc’Antonio Bragadin”.
Autore Gualtiero Scapini Flangini.