GLI ISTITUTI BASSANESI E LE PRIME SCUOLE PUBBLICHE
Mentre a Venezia, città mercantile, il settore dell’istruzione era una cosa affidata a privati, nell’entroterra vi era un sistema gestito dalle comunità e risaltano in maniera particolare gli statuti di Bassano.
Gli statuti di Bassano del 1259 e 1295 sono un interessante documento della precoce esistenza in territorio veneto di vere e proprie scuole cittadine, ben distinte dalle vecchie scuole delle cattedrali. Il valore di questi istituti è un valore emblematico, perché rappresentano la realtà di molte altre scuole di grammatica diffuse in terraferma.
Tali scuole rappresentano un alto grado di coscienza civile, in un momento in cui ancora determinante era nel mondo dell’istruzione il dominio delle organizzazioni clericali, e nella “laica” Venezia la domanda di istruzione era direttamente collegata a dettagliate esigenze mercantili gestite privatamente.
Le scuole bassanesi erano invece vincolate a rigide norme comunali. In città, proprio per evitare la concorrenza clericale, potevano far scuola unicamente maestri comunali eletti dal Podestà o dal Consiglio. Il pagamento delle rette era fissato da regole precise: se lo studente frequentava per otto giorni doveva pagare l’intera retta mensile.
Chi usufruiva delle lezioni per un mese e poi sospendeva la frequenza, doveva pagare per un semestre. La tariffa era determinata dal livello di insegnamento, fissato dalla autorità pubblica: era previsto un primo itinerario didattico che andava dai Distica Cathonis e “da Catone in su” s ccui si aggiungeva un secondo “da Donato” e da Donato ingiù. La fatica maggiore del maestro era però quella di riscuotere le somme dovute.
Gianna Marcato docente dell’università di Padova.