IN TERRAFERMA VENETA LA PRIMA SCUOLA PUBBLICA DAL MEDIO EVO
SORPRESA… con la grande ammirazione e rispetto che ho per la storia di Venezia, debbo dire che in certi campi del vivere civile, la Terraferma veneta non fu da meno come grado di civiltà. Una eccellenza, un primato fu la creazione di scuole pubbliche con maestri stipendiati dai liberi comuni. Mentre nella Venezia mercantile.. tutto era affidato ai privati. il che farà magari gioire qualche amico “libertarian”, ma da “vecio padovan” questo è un nostro vanto di “campagnoli” ;). Non fu un caso se l’università della Serenissima nacque a Padova. Padovani gran dottori, come si dice.
Benché per il periodo che va dall’Ottocento al Mille non siano molte le fonti da cui attingere per le notizie sulla situazione della cultura nel ducato di Venezia, e nei comitati di Padova, Vicenza e Treviso, abbiamo tuttavia informazioni sufficienti per capire che ben diversa da quella della città ducale era la situazione tra i Veneti di Terraferma, legati ad altre tradizioni e ad altri interessi.
Finché Treviso non assunse importanza di Marca, Padova, Treviso, Verona e Vicenza furono legate tra loro dalla comune appartenenza alla Marca Orientale del Friuli, denominata Marca Veronese verso la fine del IX secolo.
Verona, cattedra episcopale di san Zeno e capitale di Teodorico, nei primi secoli dell’età volgare era diventata fucina di una duplice tradizione di civiltà, quella romana e quella gotica, ed era restata per tutto l’Alto Medio Evo una delle sedi più illustri della cultura dell’italia settentrionale, non interrompendo mai, malgrado le vicissitudini belliche, la lunga tradizione scrittoria.
Tracce di scuola ne troviamo già nei documenti veneti del sec. VIII, in relazione a centri diversi di irradiazione calligrafica, ma almeno fino all’XI secolo non ci sono elementi che consentano una qualche ricostruzione dell’apparato scolastico.
Nell’alto Medio Evo la scuola era arroccata nei monasteri e nelle cattedrali, dove il clero custodiva e faceva sopravvivere le tradizioni scrittorie; ma già nel XIII secolo a Padova, Treviso, Verona e Vicenza si riscontra una vistosa presenza di scuole tenute da maestri laici stipendiati pubblicamente.
Con l’annessione delle città di terraferma si vennero a contrapporre due antitetiche concezioni: la scuola come iniziativa privata, quale era intesa a Venezia, comportava la contrattazione privata sia del costo che dell’argomento delle lezioni. La scuola di tradizione pubblica, come era in terraferma, comportava, oltre all’onere della spesa, anche la possibilità per l’autorità civile, di sceglier eil maestro e di fissare i programmi di studio. La modalità secondo cui provvedere al finanziamento dell’impresa didattica dovevano rientrare in un preciso quadro legislativo: si doveva prevedere da dove attingere i fondi necessari (ad es. dai fitti delle proprietà comunali, dai contributi delle confraternite o dalle associazioni interessate, talvolta da imposte dirette).
Il maestro Filippo Regis, ad esempio, incaricato nel 1449 di insegnare a Treviso, veniva stipendiato in parte dalla comunità della città, in parte dagli alunni della scuola di Santa Maria dei Battuti, in parte dal Collegio dei Notai di Treviso.
Gianna Marcato docente all’università di Padova
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