GLI STRADIOTI, I TERRIBILI CACCIATORI DI TESTE AL SERVIZIO DELLA SERENISSIMA.
di Millo Bozzolan, veneto marciano
Gli “stratioti o Stradioti” erano mercenari Albanesi, Greci e Serbi che formarono reparti di cavalleria leggera al servizio di Venezia e del Regno di Napoli, tra il XV mo e il XVI mo secolo. Secondo uno studioso greco, che si basava su evidenza documentaria, le liste di “rollo” (arruolamento) i nomi attribuiti agli Stradioti erano di origine albanese mentre i rimanenti erano di origine greca; una piccola minoranza era composta da Slavi del sud.
Degli “stradioti palicari”si inizia a parlare nel 1400, sono una cavalleria leggera di scuola bizantina, che diverrà ben presto temutissima, per la capacità di scompaginare con imboscate e rapide sortite, le fila del nemico. Erano famosi per la loro ferocia, e per i loro possenti cavalli, che allevavano in proprio.
Alla battaglia di Fornovo, appena giunti, reclamarono a gran voce di battersi contro i francesi, poiché era giunta sino in Morea da dove venivano, la voce che fossero i cavalieri più ricchi, e quindi il loro riscatto sarebbe stato più sostanzioso.
Erano greci, ma la maggior parte sembra fossero albanesi immigrati ed avevano assimilato i costumi feroci del turco contro cui erano abituati a battersi. Era quindi anche loro costume tagliar le teste dei nemici, chiedendo alla Signoria veneta il compenso di un ducato pro capite, invece di prenderli prigionieri come era consuetudine tra gli eserciti mercenari professionali europei.
Anche gli eventuali i prigionieri venivano poco rispettati, capitava che mozzassero loro le orecchie o li accecassero di un occhio, per rimandarli indietro, quali testimoni della loro ferocia. Era una tecnica che pagava, se è vero che al loro apparire, molti cavaleri nemici si spogliavano dell’armatura e fuggivano a gambe levate, terrorizzati.
Riporto qualche riga di Paolo Petta (dal cognome probabilmente discendente da uno di loro di etnia albanese) dal volume “Stradioti” ed. Argo: “Una pratica che fece grande impressione a a soldatesche e popolazioni italiane, fu l’abitudine degli stradioti di taglire le teste dei nemici, issarle sulle picche come trofeo, o attaccarsele magari alla cintura, e pretendere un compenso in denaro per ogni testa. …dopo una scaramuccia che precedette la battaglia di Fornovo, gli stradioti portarono le loro teste ai Provveditori veneziani, “basandoli le man a la greca” e con molta accortezza il Gonzaga, capo dell’esercito della Lega italiana, accolse il primo stradioto che gliene portò una col dono di dieci ducati, “et basolo per mezzo la bocca, la qual cossa Stradioti molto stimano di essere carezati”. 😀
A dire il vero l’umanissimo governo veneto poco apprezzava la cosa, e durante la guerra col ducato milanese, al reparto stradioto che consegnò un bel mucchietto di teste di una milizia valligiana nemica, ritenne opportuno non pagare “perché usanza poco cristiana”, riservandosi però di compensare il loro valore in altri modi.