I CELTI E L’INVENZIONE DEL CARRO AGRICOLO, USATO ANCHE DAI PALEO VENETI. LA MIETITRICE E IL SAPONE.
L’ingegnosità dei Celti nelle tecniche agricole

Si tratta di una società in gran parte agricola, che ha a sua disposizione due ricchezze, elementi di un paesaggio molto difforme da quelli abituali nel Mediterraneo: la prateria e la foresta. L’ingegnosità dei Celti, nel momento in cui queste popolazioni perdono, l’una dopo l’altra,la loro indipendenza, si manifesta in tutti i campi e soprattutto in quello agricolo, in cui si devono loro ascrivere delle invenzioni meccaniche, come il grande aratro a ruote, una specie di adattamento del carro, illustratoci da Plinio, Naturalis Historia, XVIII, 171, 3: una curiosa macchina mietitrice, descritta dal medesimo autore (ibid., 296), con una cassa montata su ruote e munita di denti, che staccavano le spighe alla sommità dello stelo.
La confezione e la ceramica sono ugualmente industrie da cui la produzione gallica trarrà la sua fama, dimostrandosi in grado di portare ai Romani sia un contributo pratico all’arte di vestirsi – capi di vestiario come il mantello col cappuccio (cucullus), le calosce (gallicae, calzature di cuoio con suola di legno), lo stivaletto (caliga), la tunica con le maniche (caracalla) li colpiranno al punto da indurli a servirsene – sia la prova di una spiccata capacità d’imitazione e di riproduzione, in grado di superare il modello sia quantitativamente che qualitativamente. E se il sapone, nel senso modernamente inteso, non compare prima del IV secolo d.C., sarebbero iGalli (a detta di Plinio, Naturalis Historia., XXVIII, 51) ad aver messo a punto, col nome di sapo – termine con radice incontestabilmente celtica – un miscuglio segoso di cenere, di cui si servivano per rendere biondi i capelli, imitati in questo dai Germani.
(L.Harmand, L’Occident romain)

Venetkens: carro da trasporto passeggeri con prigioniero o schiavo al seguito